Confine

A Como soffrono gli ostelli

Solo uno dei tre presenti nella città sul Lario è aperto. A incidere è in particolare l'assenza di turisti americani

Ti-Press
16 agosto 2020
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In tempi di coronavirus c'è un'emergenza che non è terminata: il turismo a Como, che sta facendo i conti con turisti stranieri che non ci sono. Soprattutto gli americani. E a pagare un conto salato non sono solo gli alberghi a cinque stelle, il cui calo si aggira attorno all'80 per cento, ma anche gli ostelli. Lo prova il fatto che a Como su tre solo uno è aperto. È l'Ostello Bello, mentre sono chiusi il Villa Olmo e il Respaù. Quest'ultimo è aperto come ristorante. Commenta il responsabile dell'Ostello Bello: "Abbiamo riaperto i primi di luglio e se all'inizio le cose andavano a rilento, da agosto sono migliorate, anche perché sono tornati gli europei: tedeschi, olandesi e anche francesi, che solitamente nel nostro ostello incidono per il 60 per cento. Adesso l'Italia è vista come un luogo tutto sommato sicuro e lo si vede anche andando in giro per le strade di Como. La gente c'è e gli stranieri anche. Sentiamo la mancanza dei turisti asiatici e americani, ma fortunatamente almeno gli europei stanno tornando".

Il responsabile dell'ostello Respau motiva così la decisione di non riaprire ai pernottamenti: "Per noi l'assenza dei turisti americani incideva troppo, quindi abbiamo preferito chiudere le camere e continuare con il ristorante che, invece, lavora con i turisti locali. Stiamo sopravvivendo con il 50% del fatturato, sperando che le cose si sistemino il prima possibile".