Confine

Mascherine dai migranti

In Ossola una decina di giovani di 'Casa Letizia' confeziona le protezioni da donare alla polizia

27 marzo 2020
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Una goccia nell'oceano, ma molto significativa. Succedo in Ossola, dove una decina di giovani migranti, ospiti a  ''Casa Letizia'' di Domodossola e della ''Casa rosa''’ di Masera, si sono messi al lavoro per confezionare mascherine che saranno donate alla polizia. Sotto il coordinamento del Consorzio Servizi Sociali dell’Ossola (che gestisce le due case di accoglienza) e con l’aiuto dell’Associazione 20.01, formata da volontari impegnati nell’integrazione, i giovani stranieri hanno cominciato a produrre mascherine dopo la donazione  di macchine da cucire da parte di privati. Le mascherine finiranno alla Polizia di Stato che in queste ore aveva lanciato un ‘sos’ attraverso il sindacato Siulp, poiché molti agenti ne erano ancora sprovvisti; una parte andranno a chi ne ha bisogno e ne farà richiesta.

 «È una produzione artigianale, ma preziosa quando non ci sono alternative - dice Mario Ferrari, direttore del Consorzio servizi sociali dell'Ossola -. Il prossimo passo è quello dei camici, non appena avremo ricevuto i modelli». Con le mascherini i giovani migranti che hanno seguito corsi di taglio e cucito sono autonomi. Hanno raccolto il frutto dello studio e dicono di essere «felici di essere utili all'Italia, che ci ha accolti con generosità». Altri ragazzi come loro sono impegnati a consegnare la spesa agli anziani.

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