Confine

Al confine pattuglie italo-svizzere

Da ieri la cooperazione tra Guardie di confine e Polizia di Stato è entrata nel vivo. Tra gli obiettivi il contrasto all'immigrazione clandestina

16 aprile 2019
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I pattugliamenti misti da parte di Guardie di confine del Canton Ticino e degli agenti della Polizia di Stato da ieri vengono effettuati nel territorio a ridosso della frontiera compreso fra i valichi di Zenna e del Gaggiolo. In sostanza l'intero alto varesotto  che si interfaccia con il Ticino. Territorio caratterizzato dal frontalierato non privo di criminalità transfrontaliera che tuttavia, stando agli ultimi dati forniti dalla Questura di Varese, è in come stanno a dimostrare i dati forniti dal Ministero dell'Interno italiano. L'idea di unire Guardie di confine e polizia di frontiera risale a qualche anno fa, quando il fenomeno dei pendolari del crimine era molto più avvertito.

Le pattuglie miste, visto con l'ottica italiana, rappresentano una misura più utile rispetto alla chiusura notturna dei valichi. L'attività delle pattuglie miste sembra quindi avere come obiettivo la lotta all'immigrazione clandestina che rispetto agli anni caldi è decisamente in ribasso. Il nuovo servizio è stato presentato ieri negli spazi della Polizia di frontiera di Luino. Fra i presenti c'era il brigadiere generale Jurg Noth, comandante della polizia di frontiera svizzera: ''Lavoriamo da anni fianco a fianco le autorità italiane. Con queste accordo sarà possibile eseguire un lavoro transfrontaliero più efficace e stringere un rapporto di collaborazione ancora più stretto tra le forze dell'ordine''. Il prefetto direttore centrale della polizia di frontiera Massimo Bontempi: ''Queste sono pattuglie composte da agenti che condividendo il modo di lavorare risulteranno utile a migliorare il livello di sicurezza per i cittadini''.

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