economia

Il manifatturiero è alle prese con materie prime scarse

L’indagine congiunturale fa emergere un buon andamento delle attività, ma le prospettive a medio termine sono un po' più negative

Mancano microprocessori
(Archivio Ti-Press)
16 agosto 2021
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“È proseguita anche nel secondo trimestre di quest’anno la stabile progressione delle attività manifatturiere in termini di ordinativi e cifra d’affari. Questa situazione dovrebbe perdurare pure nella seconda parte dell’anno, anche se sta crescendo lo scetticismo fra gli imprenditori del settore. Alcuni fattori risultano tuttora instabili, come il non pieno riavvio di tutte le catene di fornitura e logistiche. Permangono grosse difficoltà o impedimenti negli spostamenti a livello internazionale sempre a causa della situazione pandemica, che hanno un’incidenza negativa sugli affari delle imprese”, scrive Stefano Modenini nel monitoraggio congiunturale sulle attività manifatturiere di luglio e relative al Ticino. “Uno dei problemi principali e più gravosi è ora dato dalle crescenti difficoltà a reperire le materie prime e il materiale necessario per lavorare, produrre e rispettare gli ordini dei clienti. La situazione colpisce più o meno pesantemente numerose imprese industriali ticinesi, che devono fare i salti mortali per acquisire il materiale, in particolare i microprocessori che sono oramai presenti nei prodotti di ogni ramo industriale”, continua Modenini. “Questa situazione non è destinata a sbloccarsi a breve termine, potrebbe essere necessario almeno un anno o forse persino di più. Non solo la rarefazione del materiale è dovuta al rastrellamento effettuato sui mercati da paesi come Cina e Stati Uniti, ma anche all’insufficiente capacità produttiva dei produttori di microprocessori di fronte all’accresciuta domanda a livello internazionale. In più, le aziende sono confrontate a un aumento dei prezzi mediamente del 30 per cento. Questa situazione obbliga le aziende a cercare alternative e rende necessaria una riorganizzazione del lavoro non indifferente”. “I livelli di occupazione sono sempre stabili, ma il ricorso al lavoro ridotto è ancora presente”.

Gli ultimi dati dell’indagine Kof, si legge nel rapporto dell’Ustat, riportano alcune discrepanze nel settore delle attività manifatturiere. Da una parte sono in miglioramento alcuni indicatori come la valutazione della situazione attuale degli affari o la valutazione del volume degli ordini negli ultimi tre mesi, mentre dall’altra parte peggiorano le indicazioni relative ai prossimi mesi. Inoltre, confrontando i risultati cantonali a quelli nazionali, si percepisce una situazione un po’ più complicata in Ticino.

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