Economia

Il commercio mondiale atteso da un crollo senza precedenti

Le previsioni del Wto arrivano fino a una riduzione del 32% degli scambi globali

8 aprile 2020
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New York - La crisi innescata dal coronavirus è "senza precedenti", così come l'atteso crollo degli scambi commerciali mondiali: nel migliore degli scenari quest'anno caleranno del 13%, nel peggiore del 32%.

La fotografia scattata dall'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) non lascia adito a molti dubbi: la recessione causata dal coronavirus può essere la "peggiore della nostra esistenza".

Una contrazione del 32% degli scambi mondiali è infatti in linea con quella sperimentata durante la Grande Depressione del 1929-1930 con l'introduzione di misure protezionistiche da parte dei singoli stati.

Da qui l'invito a non lasciarsi tentare dall'introduzione di barriere commerciali per 'curare' il coronavirus: non è la risposta giusta, e non è la risposta giusta neanche girare le spalle alla globalizzazione, afferma il direttore generale della Wto Roberto Azevedo.

Ammettendo che i numeri presentati sugli scambi commerciali sono "brutti e non c'è modo di nasconderlo", Azevedo però precisa: "una ripresa rapida e vigorosa è possibile. Le decisioni assunte ora determineranno la forma futura della ripresa e le prospettive globali".

Senza nominare alcun paese per nome, il direttore generale della WTO dice inoltre chiaramente che mettere fine alle tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina aiuterebbe a contenere le ricadute dell'epidemia. "Dobbiamo gettare le fondamenta per una ripresa robusta, sostenibile e socialmente inclusiva.

Il commercio è un ingrediente importante di questa ricetta, insieme alla politica monetaria e di bilancio", dice Azevedo senza comunque nascondere che gli scambi commerciali mondiali erano già in rallentamento del 2019, quando sono calati dello 0,1% sotto il peso delle persistenti tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina.

"Mantenere i mercati aperti e prevedibili è essenziale per rilanciare gli investimenti di cui abbiamo bisogno - osserva Azevedo - e e se i paesi lavoreranno insieme assisteremo a una ripresa ben più veloce".
 
 

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