Economia

Olaf Swantee se ne va da Sunrise

Dimissioni a sorpresa del Ceo della società di telefonia mobile. All'orgine la mancata fusione con Upc svizzera

Olaf Swantee, intervistato il luglio scorso da 'laRegione' (T-Press)
3 gennaio 2020
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Terremoto ai vertici di Sunrise dopo la mancata fusione con Upc Svizzera: l'operatore ha annunciato oggi la partenza inaspettata del Ceo Olaf Swantee, che sarà sostituito con effetto immediato dal responsabile delle finanze del gruppo, André Krause.

Nel comunicato odierno di Sunrise non viene fornito alcun motivo a spiegazione della partenza di Swantee. Dal canto loro, il presidente del Consiglio di amministrazione di Sunrise, Peter Kurer, e il vicepresidente Peter Schöpfer, non si candideranno per un nuovo mandato in occasione della prossima assemblea generale.

Nel 2011, Krause era stato assunto dal numero due del settore in Svizzera, partecipando in particolare all'entrata in Borsa dell'operatore e alla vendita delle antenne di telecomunicazione. Krause, di nazionalità tedesca, ha "una vasta esperienza" nel settore, acquisita in particolare nella sua precedente posizione di Cfo presso Telefónica O2 Germany.

Per quanto riguarda la partenza di Peter Kurer, che resterà in carica fino ad aprile 2020, la nota non fa alcun accenno a un possibile successore. Kurer è presidente del Cda di Sunrise dall'aprile 2016. Stando alla nota, in cui si esprime rammarico per la partenza del presidente dell'organo di sorveglianza, Kurer ha accompagnato con "successo la trasformazione di Sunrise". Negli ultimi mesi era stato però oggetto di critiche in relazione alla fallita acquisizione di Upc. Di recente, si sono susseguite speculazioni nei media sulle sue dimissioni e sulla ricerca di un successore. Prima di Sunrise, Kurer era noto al grande pubblico quale membro della direzione del Gruppo Ubs; nel 2008/2009 è stato presidente del Cda della grande banca quale successore di Marcel Ospel.

L'antefatto

Lo scorso 22 ottobre Sunrise - sotto la pressione fra gli altri della tedesca Freenet, azionista di maggioranza - aveva reso noto di aver annullato l'assemblea straordinaria prevista per il giorno dopo, in cui si sarebbe dovuto discutere della transazione. Una mossa che ha significato la fine delle trattative con il gigante statunitense Liberty Global, proprietario di Upc.

Per concludere l'operazione era necessario il semaforo verde a un aumento di capitale di 2,8 miliardi di franchi, mentre il costo totale dell'acquisizione era stato fissato a 6,3 miliardi. In base al contratto, Sunrise ha dovuto pagare a Liberty Global una penale di 50 milioni.

Nonostante il fallimento dell'operazione, Sunrise ha continuato a crescere nel terzo trimestre dell'anno scorso. Il numero due elvetico delle telecomunicazioni ha accresciuto notevolmente la propria redditività, con un utile netto in progressione del 51,7% su base annua, a 48 milioni di franchi. Sunrise stima anche che il totale dei costi aggiuntivi legati alla rinuncia dell'acquisizione di Upc sarà compreso tra 70 e 75 milioni di franchi. Di questo importo, 27 milioni sono già stati iscritti nel conto dei primi nove mesi, compresi 24 milioni per altre spese operative.

Si collabora con i cinesi per la rete 5G

Pur rinunciando all'acquisizione di UPpc, Sunrise aveva però ribadito di voler continuare a cooperare con la cinese Huawei per la realizzazione della sua rete 5G, nonostante la messa in guardia degli Stati Uniti, che considera il gigante cinese un pericolo per la confidenzialità delle informazioni.

In Svizzera ad aver scelto Huawei per la sua rete 5G è Sunrise. Swisscom ha optato per la svedese Ericsson e Salt per la finlandese Nokia. Swisscom si affida peraltro ai componenti del gruppo cinese per la sua rete fissa.

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