Economia

Clinica Moncucco, il profitto non è tutto

Per assegnare i mandati di prestazione, il Cantone dovrà tenere conto di qualità e costi delle cure e non se chi le offre è pubblico o privato

Foto Ti-Press
3 maggio 2019
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I vertici della Clinica Luganese Moncucco avevano avuto un profilo basso, non enfatizzando oltre misura la sentenza del Tribunale amministrativo federale (Taf) dello scorso fine febbraio a loro favorevole. Sentenza che ha di fatto azzerato la pianificazione ospedaliera cantonale varata poco più di tre anni prima, nel dicembre del 2015.
Ieri, in occasione della presentazione del bilancio d’esercizio 2018, il presidente del Cda della Clinica Moncucco, il professore Mauro Baranzini e il direttore Christian Camponovo hanno potuto togliersi i fatidici e metaforici sassolini dalle scarpe. «La decisione del Cantone di non attribuire i mandati per alcune specialità mediche e chirurgiche alla nostra clinica (e alla Santa Chiara di Locarno, ndr) era sbagliata in quanto non rispettava i limiti imposti dalle leggi federali», ha spiegato Christian Camponovo.
In pratica la Pianificazione ospedelaiera votata nel dicembre del 2015, attribuendo agli ospedali pubblici tutti mandati di prestazione, a prescindere dallo studio sul fabbisogno di cure e dal confronto sull’economicità delle prestazioni senza validi motivi, violava la parità di trattamento tra settore pubblico e privato.
Per il professore Baranzini, presidente del Cda, «come in altri campi economici, anche nel settore sanitario, lo statuto ‘pubblico’ o ‘privato’ risulta una distinzione non caratterizzante». «Gli elementi essenziali per valutare un’impresa sanitaria sono la sua modalità di gestione e la qualità dei servizi offerti», ha precisato l’economista. «La Clinica Luganese Moncucco, struttura privata e non-profit, dal 1900 è al servizio della comunità e investe per la qualità delle cure e per il proprio futuro. Stando a Mr. Prezzi, le tariffe della Moncucco per una protesi all’anca sono tra le più basse in Svizzera», ha continuato Baranzini precisando che dopo la sentenza del Taf, «l’auspicio è che l’autorità competente assegni i mandati di prestazione definendo e valutando i criteri di qualità che le strutture devono rispettare per esercitare e l’economicicità delle prestazioni offerte; il tutto nell’interesse dei pazienti da una parte e degli assicurati-contribuenti dall’altra». Concetto, quest’ultimo, ribadito anche dal direttore Christian Camponovo.
Negli ultimi 15 anni l’evoluzione dell’attività è stata molto positiva grazie allo sviluppo di servizi altamente professionali. La situazione finanziaria è sana tanto che il conto economico presenta un utile di circa 3 milioni di franchi (110 milioni di ricavi e 107 di costi). Nel 2018 sono stati creati 46 posti di lavoro portando a 758 gli impieghi. A questi si aggiungono 256 persone che hanno effettuato a vario titolo un percorso formativo presso la struttura ospedaliera. «Moncucco può contare su una chirurgia specializzata nel campo viscerale, nell’urologia e nell’otorinolaringoiatria, su un servizio di medicina interna e sulla più grande geriatria del Cantone e l’unica del Luganese», precisa il direttore.
A livello strategico, continua Camponovo, la crescita mira a un’evoluzione basata sul continuo miglioramento della qualità e al contenimento degli sprechi e delle prestazioni inutili. Dal punto di vista della qualità, uno degli investimenti è la prevenzione delle infezioni post-operatorie tanto che l’incidenza è di molto inferiore ai tassi attesi calcolati sulla base di quelli registrati nel resto della Svizzera (fonte Anq).

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