Economia

Bitcoin vietati dal governo: succede in Corea del Sud

Non si tratta dell'unica nazione che valuta di dare un giro di vite mettendo al bando la criptovaluta, che nel frattempo crolla sul mercato

11 gennaio 2018
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La Corea del Sud valuta il divieto degli scambi del Bitcoin e la criptovaluta affonda, arrivando a perdere fino al 17% a 12’801 dollari 12’503 franchi. Seul si appresta a lanciare così un nuovo giro di vite, allungando la lista dei Paesi che stanno correndo ai ripari per frenare il Bitcoin. La Cina ha dato disposizione per la chiusura delle attività di mining, così da preservare l’ambiente e la stabilità finanziaria. Una chiusura "ordinata" da attuare seguendo linee guida precise di Pechino: la Cina è il Paese che ospita il maggior numero di miner, ovvero coloro che grazie a sofisticati computer creano la criptovaluta risolvendo i complicati calcoli necessari per validare le transazioni su nuovi Bitcoin. Per Pechino si tratta di un nuovo passo contro l’ascesa della criptomoneta dopo la chiusura degli scambi di Bitcoin nel Paese e il divieto di initial coin offering. In Ucraina il governo sta valutando la possibilità di creare un gruppo di lavoro per regolare il mercato delle criptovalute, mentre Israele ha proposto il divieto di quotarsi in Borsa per le società che investono principalmente in criptovalute mentre per quelle già quotate ci sarebbe il delisting.

L’affondo di Seul però è il più pesante, considerato che la Corea del Sud è il secondo mercato al mondo per il Bitcoin dopo gli Stati Uniti. "C’è grande preoccupazione sulle criptovalute e stiamo lavorando a un progetto di legge che ne vieta gli scambi", afferma il ministro della giustizia, Park Sang-Ki, sottolineando che le contrattazioni di criptomonete "sono diventati equivalenti alla speculazione e al gioco d’azzardo. Sono scambi rischiosi in grado di infliggere pesanti danni finanziari ai cittadini". Il divieto è – afferma il portavoce del governo di Seul – sono una delle misure allo studio del ministero della giustizia. La stretta in vista affonda il Bitcoin, appesantendo anche i future sulla cripotavoluta, in calo ormai del 29% rispetto al picco del 18 dicembre, quando aveva raggiunto i 19’511 dollari. Solo nell’ultima settimana ha perso il 7%. La volatilità recente sembra confermare i dubbi degli scettici fra i quali Warren Buffett, convinto che le criptovalute faranno una "brutta fine". Una bocciatura che si contrappone alla marcia indietro di Jamie Dimon, l’amministratore delegato di JPMorgan, che ha ammesso di essersi ’’pentito’’ di aver definito il Bitcoin una frode.

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