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Aiuto allo sviluppo, Berna taglia le collaborazioni culturali

Dal 2029 la Direzione dello sviluppo e della cooperazione sopprimerà tutti i partenariati culturali in Svizzera, tra cui Locarno Film Festival

Patricia Danzi, direttrice della Dsc, sul palco del Festival di Locarno con la responsabile di Open Doors Zsuzsi Bankuti
(keystone)
6 febbraio 2025
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“L’arte e la cultura sono fondamentali per uno sviluppo sostenibile”. Così si legge (ancora adesso) sul sito della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (Dsc). Ma evidentemente sono quel tipo di fondamentali dei quali si può fare a meno visto che il Dipartimento federale degli affari esteri, da cui dipende la Dsc, ha deciso di sopprimere tutti i partenariati culturali in Svizzera a partire dal 2029, incluse le collaborazioni con il Locarno Film Festival per il programma Open Doors, Visions du Réel, la casa di distribuzione trigon-film e il Salon africain du salon du livre di Ginevra.

Sono proprio i partner coinvolti a chiedere al Consiglio Federale di sospendere la decisione e di aprire un dialogo per trovare delle soluzioni condivise.

La decisione non riguarderà solo le grandi manifestazioni: sarà infatti sospeso anche il Fondo Culturale Sud dedicato alle iniziative culturali che portano in Svizzera artiste e artisti del Sud globale. Questo fondo attualmente sostiene centinaia di manifestazioni, festival e progetti culturali.

L’impegno per garantire Open Doors

La promozione culturale della Dsc riguarderà quindi unicamente progetti realizzati all’estero, come se le collaborazioni in Svizzera non andassero a beneficio di chi fa cultura in altri Paesi. «Le risorse che riceviamo per Open Doors non rafforzano certo soltanto Locarno, ma anche giovani artiste e artisti che ricevono il sostegno per realizzare le loro opere e che hanno così la possibilità di presentare il loro lavoro in un festival internazionale» ha dichiarato il Ceo del Locarno Film Festival Raphaël Brunschwig. Le iniziative sostenute dalla Dsc permettono alle voci sottorappresentate – spesso perché i rispettivi governi ostacolano o non posso sostenere le attività artistiche e culturali – di farsi sentire, «creando uno spazio per la condivisione delle loro narrazioni su questioni sociali che però riguardano tutto il mondo».

Il progetto Open Doors, avviato nel 2003, prevede diverse piattaforme con attività durante tutto l’anno e ha recentemente annunciato che, nei prossimi quattro anni, si concentrerà sui Paesi africani. «Abbiamo firmato il contratto con la Dsc per il Focus Africa e il sostegno è assicurato fino al 2028; tuttavia anche se la Confederazione non decidesse di rivedere questa decisione lavoreremo attivamente per fare in modo che Open Doors vada avanti, perché è un progetto che rispecchia i valori del Locarno Film Festival di apertura al mondo e di scoperta di giovani talenti» ha proseguito Brunschwig, citando collaborazioni con altri enti, come fondazioni o altre realtà che hanno a cuore lo sviluppo sostenibile.

La decisione del Consiglio federale di rinunciare a queste collaborazioni strategiche non solo indebolirà la promozione della cultura come strumento di sviluppo, ma rischia anche di impoverire la produzione culturale svizzera. «Il dialogo e il confronto sono un importante stimolo per la creatività e l’innovazione del settore culturale svizzero» ha aggiunto Brunschwig. Una decisione, ha concluso il Ceo del Locarno Film Festival, che in definitiva rischia di indebolire l’influenza internazionale della Svizzera, considerata leader nella diplomazia culturale.

Contributi già ridotti

Le risorse finanziarie che la Dsc dedica alle collaborazioni strategiche con le organizzazioni culturali svizzere erano già state fortemente ridotte, passando da 3,7 a 2 milioni. Un taglio che era stato contestato, tra gli altri, dal regista messicano Alfonso Cuarón che, ospite proprio del Locarno Film Festival dove l’anno scorso aveva ritirato il Lifetime Achievement Award. Parlando ai giornalisti sul tappeto rosso di Piazza Grande, Cuarón aveva chiesto di non tagliare quei finanziamenti così importanti per il mondo del cinema e che distinguono la Svizzera dagli altri Paesi.

Un appello rimasto inascoltato, visto che non solo il finanziamento è stato ridotto, ma si è deciso di sospenderlo completamente. E dire che nel 2020, sempre a Locarno, la direttrice della Dsc Patricia Danzi invitata alla serata di chiusura non solo aveva sottolineato l’importanza della collaborazione con il Festival di Locarno, ma anche evidenziato l’importanza della cultura nello sviluppo e nella cooperazione internazionale. «La cultura deve essere sempre lì: quando le cose vanno bene e anche quando le cose non vanno bene» aveva detto, ricevendo l’applauso delle persone presenti. Oggi, probabilmente, non riceverebbe la stessa accoglienza.