laR+ La recensione

Nightbirds, un volo lungo sessant’anni

Nel Teatro di Locarno gremito, come uccelli nella notte: era qui la festa

Sul palco del Teatro di Locarno
(Carlo Reguzzi)
1 marzo 2024
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Era il 1964 quando gli allora freschi Nightbirds esordirono presso il Kursaal di Locarno. Beatles esordienti l’anno prima, i Rolling Stones erano coevi, Who ancora chiamati The High Numbers. A Locarno i Nightbirds volavano come uccelli nella notte con il famoso simbolo che da sempre li ha caratterizzati, e che ha contraddistinto i 5 sette pollici incisi fra il 1966 e il 1968 facendoli diventare gli idoli locali. Fondati da Roby Wezel alla chitarra, Eliano Galbiati alla batteria e Charlie de Marco al basso, ai tempi già tutti nei Jolly Rogers. Poi Guido Margaroli alla chitarra e William Mazzoni come cantante. In seguito furono della partita anche Mario Del Don al basso, Chris Ackermann e Corry Knobel alla chitarra. Galeotto un live degli Yardbirds all’Innovazione (organizzato da colui che divenne il loro manager ai tempi, Ugo Broggini, che se ne inventò di ogni per dar loro risalto), dai quali mutuarono il nome.

Sottopelle

Lavorando presso il Centro diurno di Solduno, appena uscita la notizia di un nuovo concerto ci siamo mossi rapidamente (insieme alle colleghe di Massagno) per poter trovare dei biglietti a un pubblico che già ai tempi affollava le sale da concerto battute dalla band. Riuniti di fronte al Kursaal, l’emozione sui visi del pubblico è palpabile, l’aspettativa altissima. La sala gremita, si sentono i ricordi del rock, del beat, sottopelle al pubblico di stasera. Prima del concerto è stata scoperta la targa dedicata ai Nightbirds per volontà di Mauro Broggini e realizzata dall’artista Pedro Pedrazzini, alla presenza del sindaco Alain Scherrer. All’apertura del sipario troviamo i pugliesi Paipers già in azione davanti a una sorta di taverna ricreata ad hoc, mattoni e poster della band. Entra Giorgio Fieschi, giustamente emozionato. Invita Eliano Galbiati sul palco, commentando con lui una foto del loro debutto di sessant’anni prima.

Arrivano uno dopo l’altro William Mazzoni (si ripassano le esperienze passate, i tempi del Bar Franco e le giacche a pipistrello), foto dei The Lords con l’entrata di Tiziano ‘Charlie’ de Marco. Poi Mario Del Don, giacca a tema 60, ricordi di cinghie tiratissime fra Milano e Zurigo. Quando entra Corry Knobel si scambiano ancora due chiacchiere e i Nightbirds vengono mandati a cambiarsi per l’esibizione. Attaccano ‘La Resa dei conti’, William si scioglie frase dopo frase e si parte, le mani del pubblico come sezione ritmica aggiunta. Un altro brano ancora per arrivare all’intervento di Bat Battiston e dei suoi saluti, poi al racconto sul periodo del Piper, quando Lucio Dalla provò a sottrarre Chris Ackermann alla band.

Un contributo toccante quello di Roby Wezel su come, ai tempi, i Nightbirds fossero stati i primi a suonare con gli amplificatori Vox (e con la medesima chitarra di Brian Jones) e su come fosse la vita da rockstar nei primi anni della band, nel periodo in cui fu attivo come chitarrista.

Scioltezza ritrovata

Al Kursaal è una festa: si ripercorrono vite ai tempi impensabili (il professionismo musicale, un contratto con la Emi partendo da Locarno, l’essere in classifica davanti a ‘Michelle’ dei Beatles!), navigando a vista con un Giorgio Fieschi che guida la nave. Una splendida ‘Richard Cory’, freni a mano ormai andati per una scioltezza ritrovata; ‘Io corro’, brano rimasto inedito, così come gli altri che avrebbero dovuto formare il loro album. Il clima è sciolto e l’ambiente è quello della festa fra vecchi amici.

Il racconto della genesi del disco ‘Radio Tapes 1968’, in vendita a fine serata, con le registrazioni all’allora Radio Monteceneri dal Maestro Mario Robbiani. Quando parte ‘Io non guardo con gli occhi della gente’ siamo in pieno Kinks sound e in un secondo si passa al primissimo brano dei Nightbirds, canzone d’amore per una loro fiamma in località Rivapiana. Poi arriva Mario Totaro, tastierista dei Dik Dik; si attacca ‘Sognando la California’ per passare poi a ‘Senza Luce’, mitica cover di ‘A Whiter Shade of Pale’ dei Procol Harum. C’è spazio anche per citare la collaborazione con Villi Hermann per il suo ‘24 ore su 24’, nel quale i Nightbirds lasciarono libero spazio al loro lato più freak e sperimentale, poi altri contributi video, ricordi e canzoni, fino a perdersi definitivamente in un ponte lungo sessant’anni di testimonianze e affetti.

Spazio al bis, ‘Wild Thing’ dei Troggs e a ‘Ain’t Go Snoopy’, poi torte ed ‘Hey Jude’ con il sindaco, lanciando definitivamente la serata nei ricordi da tenere vicino al cuore, aspettando il 2034.

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