Cinema

È morto Nicholas Hitchon, uno dei bimbi di ‘Up!’

È stato uno dei protagonisti del documentario cult britannico che dal 1964 ha seguito la crescita di 14 ragazzini di diverse classi sociali

Adulto, aveva pubblicato oltre 100 articoli e tre libri su temi come la fusione nucleare e la fisica del plasma

È morto negli Stati Uniti uno dei bambini di ‘Up!’, il documentario cult britannico che a multipli di sette ha seguito dal 1964 la crescita di 14 ragazzini di diverse classi sociali. Nicholas Hitchon aveva 65 anni: l'ultima puntata della serie, ‘63 Up’, lo aveva trovato a Madison, in Wisconsin, dove, docente di fisica nella locale università, aveva raccontato le sofferenze del cancro alla gola, la malattia che alla fine lo ha ucciso.

Nicholas era andato lontano: uno dei pochi scolari di una piccola scuola di Littondale a nord di Manchester, era stato scovato da un producer alla ricerca di un bambino di sette anni da ingaggiare per uno speciale tv. Il ragazzino ne aveva solo sei, ma era così vivace e per nulla intimidito dalle telecamere, che fu scelto per rappresentare l'esperienza dell'infanzia rurale. L'idea del film era di ‘fotografare’ le esperienze dei bambini a scuola e fuori di scuola e ipotizzare le loro prospettive future. Doveva essere un episodio isolato e le aspettative erano modeste: ma il film del 1964 intitolato ‘Seven Up!’, con la regia di Paul Almond, finì per entrare nella storia del cinema quando, alla fine del decennio, uno dei suoi ricercatori, Michael Apted, ne intuì il potenziale e realizzo' il sequel ‘7 Plus Seven’, intervistando gli stessi ragazzini diventati adolescenti. Apted, che è morto nel 2019 a 79 anni, aveva poi diretto le successive puntate, tutte a sette anni di distanza, dando vita all'affascinante ritratto di una generazione di normali cittadini britannici, la loro evoluzione e le loro riflessioni sulla vita.

Negli anni Hitchon aveva espresso ammirazione per quel che la serie era riuscita a esprimere, ma anche disagio per esserne stato parte: “Mi sono presto accorto che la cosa più stupida che dicevo era quella che finiva in onda”, aveva confidato nel 2012 in occasione dell'uscita di ‘56 Up’: “Ti senti un campione da laboratorio quando ti chiedono di parlare degli aspetti più intimi della tua vita”. Il professore pensava inoltre che nella serie venissero cristallizzati stereotipi della società britannica: “Come quando, da bambino, cercavano di riprendere pecore alle mie spalle. Amo le pecore ma mi interessavano molto di più altre cose”.

Se d'altra parte la serie intendeva dimostrare che l'appartenenza a una classe sociale è fattore determinante nel successo nella vita, Hitchon si dimostrò l'eccezione alla regola: dalla scuola rurale di Littondale era approdato a Oxford, dove nel 1978 si era laureato in fisica e tre anni dopo aveva preso il dottorato in ingegneria. Si era poi trasferito a insegnare alla University of Wisconsin, una mossa che a suo avviso era stata travisata in ‘28 Up’ del 1984, dove era stato descritto come uno che aveva abbandonato il suo paese per fare fortuna in terra straniera.

Nella sua carriera accademica il professor Hitchon aveva pubblicato oltre 100 articoli e tre libri su temi come la fusione nucleare e la fisica del plasma: “La mia ambizione di scienziato è di essere più famoso per i miei studi che per essere apparso in questo film”, aveva detto ad Apted nella puntata ‘42 Up’: “Purtroppo Michael, non sarà così”.

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