La Recensione

Madame, musica e marea

Mercoledì sera l'artista italiana ha tenuto il suo primo concerto all'estero, a Lac en plein air. Per l'opening act: Mattak con Funky Nano e DJ Pkut

Sul palco di Piazza Luini ha cantato ‘L’Amore’
(Ti-Press)
13 luglio 2023
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È inutile correre mentre piove, perché prendi sia le tue gocce che quelle degli altri. Non ricordo di chi sia la citazione, ma se qualcuno ha tratto vantaggio dalla pioggia torrenziale di stasera è stato Mattak, insieme ai sodali di una vita, Funky Nano e DJ Pkut. Una pioggia di rime che hanno incollato un nugolo di persone sotto il palco del Lac en plein air (mercoledì 12 luglio).

Rime a pioggia

Alzando gli occhi, alla destra del palco, nello spuntone del museo visibile dal palco risplende una parola, che non ha mai spiegato così bene l’attaccamento d'un pubblico. I ritardi nella scaletta permettono qualche brano in più e il trio se lo mangia, pezzi a cappella, rime che mandano a memoria e coinvolgono anche gli incuriositi da Madame. Era la prima volta per me con Mattak, sotto al palco, se si esclude qualche brano e giro di freestyle negli anni, l’ultimo al live dei Colle Der Fomento, ma fama e stima in loco e nella vicina Italia non potevano essere confermate in maniera migliore. Brani dai suoi due album, ganci melodici e barre a perdifiato, per uno show come si conviene e per come l’hip hop nel 2023 merita di essere rappresentato.


Ti-Press
“Scende la pioggia, ma che fa”

Farsi carne sul palco

Poi entra la band. Torna il grosso del pubblico, mentre le gocce si fanno più fini. Poi entra Madame, Francesca Calearo, 21 anni e mezzo, con ‘AVATAR - l’amore non esiste’. Boato, ringraziamenti, si riparte, ‘Tanto forte ti pensavo’ con l’attacco lasciato a un pubblico di voci femminili: la forza di Madame, quella declinazione di hip-hop, urban, musica pop italiana e una vena malinconica è amplificata dalla sua presenza, dalla band, dal suo farsi carne sul palco.

Se poi l’atmosfera è presente e amica come stasera, con i tuoni a dare l’attacco di ‘Tu mi hai capito’ drammaticità ed epica non mancano, al netto delle evitabili rime registrate di Sfera Ebbasta. Ci si chiede infatti perché non riarrangiare questi momenti, avendone capacità e strumentazione. Ma sono sottigliezze per uno show che esalta e fa saltare letteralmente la folla, come nello stacco techno di ‘Baby’.

Quando poi la folla osanna la natura femminile, Madame ne approfitta mischiando le carte con ‘Donna vedi’, prendendo le redini sessuali che regolano ‘L’Amore’, album dove Francesca Calearo mischia ed esplicita istinti ed umori, tematiche che hanno aleggiato spesso nella sua poetica e infatti la successiva ‘Clito’ è motivo per saggiare la fedeltà del pubblico, che in buona parte segue ed ondeggia anche su rime pre-sanremesi. Respirare blocca la pioggia e amplia la parete di reggiseni collezionati da Madame grazie ai lanci del pubblico, ma il meglio è quando dal cappello esce quell’urgenza dei suoi 17 anni che rotolano uno dei suoi brani più intensi, “dove le vetrine social sono le vetrine di Amsterdam”.

In unione con il pubblico

E adesso? Un po’ di whap, con il groove e i pensieri sconci, umidi e ritmici dello skit ‘Pensavo’. Madame ha diversi mondi dentro sé: il tormento di ‘Vergogna’ è lo yin dello yang di pensavo, e il riuscire a mantenersi sfondando questi poli è la forza di Madame, che dopo il confessionale, momento comunicativo e segreto con il pubblico che può essere stupendo in altre situazioni ma che sferzati dal vento risulta risibile, tra una minzione in corridoio e una masturbazione in classe. Ma è anche nella gestione di momenti come questo che si percepisce l’unione fra Madame e il suo pubblico.

Riprendere con ‘Voce’ ad esempio dimostra la maturità di un’artista nel costruire una scaletta per una serata che molti si ricorderanno per l’intensità. Con ‘Sciccherie’ poi torniamo alle basi, intensità che sarebbe bello servisse ad abbassare i telefoni ma tant’è.

Ma ogni canzone di Madame è in grado di lasciarci un'immagine, di fatto cancellando dal suo show i riempitivi. Sono momenti, le partite a pallone di ‘Aranciata’, i tagli ai braccetti e pornhub ad otto anni di ‘Vergogna’. Poi un altro momento di apertura al pubblico, del resto, come dice, è la sua prima data all’estero ed è un successo: chiede se anche qui si guardi Sanremo e regala la sua ‘Il bene nel male’ che sembra concludere lo show, con una platea soddisfatta ed infreddolita.

No!, c’è spazio per ‘Marea’, danza liberatoria che funziona nel dancefloor, sotto il palco, dovunque? Probabile, così come una ‘Tekno Pokè’ che aiuta a far scendere tensione e mantelline per concludere con il sorriso sulle labbra, presentandoci anche dal vivo un’artista che di sicuro potrà riservarci diverse altre sorprese nella sua carriera.

Del concerto ci rimane un pubblico fedele agli artisti e in grado di unirsi in una serata più variegata di quella che si poteva presumere dove rime, ritmi e suoni si sono fatti riconoscere e, ne siamo certi, si faranno ricordare.

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