musica

‘La vida es eterna’ per Víctor Jara

Il cantante della protesta cilena fu ucciso (e martirizzato) dagli aguzzini del dittatore Pinochet, nel ’73. A 50 anni dal golpe pubblicata una biografia.

Victor Jara (1932-1973)
(Keystone)

Gli deturparono il volto, gli devastarono le mani, lo massacrarono di botte e lo crivellarono con 45 proiettili. Il martirio del cantante della protesta cilena, Víctor Jara, spesso indicato come il Bob Dylan cileno, ucciso dagli aguzzini di Pinochet nello stadio Cile (campo di concentramento emblema della dittatura), è stato ricostruito dallo storico spagnolo Mario Amoros nella biografia ‘La vida es eterna’, presentata a Santiago in occasione dell’uscita nelle librerie cilene, e da maggio sugli scaffali in Europa.

L’opera, pubblicata a 50 anni dal golpe, e scritta sulla base delle testimonianze di alcuni sopravvissuti, di documentazione inedita e degli atti del processo che nel 2018 riconobbe nove colpevoli per la morte dell’autore della Nueva Canción cilena (oltre a un ex militare già condannato in Florida), ripercorre i quattro giorni di via crucis di Jara, che all’indomani dell’attacco al Palazzo della Moneda fu rastrellato insieme ad altre centinaia di studenti e accademici all’Università tecnica di Santiago, dove insegnava.

Al suo arrivo al campo di prigionia, l’autore di ‘Te recuerdo Amanda’, emblema della rinascita culturale del Paese, fu preso in carico da un ufficiale che non appena lo finì di identificare, lo coprì di calci e pugni, sfigurandogli il volto. Jara fu accompagnato in uno spogliatoio, privato di cibo e acqua e torturato a più riprese.

Secondo il racconto di Rolando Mendez, allora in forze al ministero dell’Educazione e detenuto con Jara, quando gli aguzzini lo costrinsero a cantare alcuni dei suoi brani le mani del cantautore "erano ormai letteralmente maciullate".

"Era seduto, estenuato, con la faccia tumefatta. Ci salutammo. Il suo volto si illuminò di un sorriso che mi confortò", ricorda un altro sopravvissuto, Emilio Recabarren. A uno dei compagni di prigionia che fu liberato, Jara – che negli anni ha ispirato musicisti come Bruce Springsteen, i Clash, e gli U2 – affidò un biglietto con una poesia, poi diventata il celebre brano ‘Estadio Chile’ interpretato da Pete Seeger.

Il 15 settembre, il corpo di Jara fu trovato in mezzo ad altre centinaia di cadaveri, pronto per le fosse comuni. Fu grazie al network clandestino di simpatizzanti socialisti che la moglie Joan, poi fuggita nel Regno Unito con la figlia Amanda, riuscì a seppellirlo in un cimitero ai margini della capitale.

"Víctor è stato fondamentale nel teatro, nella musica e nell’arte cilena per le sue caratteristiche così speciali", ha osservato Jorge Coulon, vocalista del gruppo Inti Illimani, in sala alla presentazione del libro. E anche per questo la vita di Jara, ucciso a 40 anni, "è eterna".

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