Musica

Addio al vodese Patrick Juvet, star della discomusic

Il 70enne artista svizzero trovato morto a Barcellona. ‘Où sont les femmes?’ e ‘I Love America’ le sue hit. Il ricordo di Amanda Lear e Jean-Michel Jarre.

Ai tempi di ‘I Love America’
2 aprile 2021
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Le playlist, è certo, si ripopoleranno di ‘Où sont les femmes?’ e ‘I love America’: il cantante vodese Patrick Juvet, star della dance anni '70, è morto all'età di 70 anni. A comunicarlo è stato il suo agente Yann Ydoux. Il corpo dell'artista è stato trovato in un appartamento a Barcellona; le cause della morte non sono ancora state stabilite. "Ci sarà un'autopsia. L'avevo sentito telefonicamente tre giorni fa, l'avevo trovato in buone condizioni”, riferisce Ydoux.

Jean-Michel Jarre: ‘Non è un segreto, si è bruciato le ali’; Amanda Lear: ‘Era prigioniero dei suoi successi’

“Patrick è stato un personaggio più profondo, più ricco di quanto si possa pensare. È una grande perdita”, commenta Jean-Michel Jarre, al lavoro con lui negli album 'Mort ou vif' (1974) e ‘Paris by night’ (1977), contente ‘Où sont les femmes?’. I due artisti entrarono in contatto tramite un amico comune, produttore, perché Juvet desiderava cambiare rotta dopo un primo periodo di cantante di varietà. “Patrick era ossessionato dalla discoteca che stava iniziando a prendere piede”, racconta Jarre. “Suggerii di spostarci negli Stati Uniti per lavorare con i migliori musicisti di Los Angeles, quelli di Herbie Hancock. Raccolsi intorno a lui una squadra di musicisti fantastici. Dopo il primo album restammo negli Stati Uniti più a lungo per ‘Paris by night’, la cui title track è considerata uno dei primi pezzi house, dura 12 minuti. E poi c'è ‘Où sont les femmes?’, che è stato il suo grande successo”.

Capelli lunghi e trucco alla Bowie, “fu uno dei primi a fare coming out sulla propria sessualità”, racconta Amanda Lear, che lo conosceva bene: “Abbiamo praticamente debuttato insieme, con il boom delle discoteche”. Jarre aggiunge: “Parlare del proprio orientamento sessuale era qualcosa di abbastanza rivoluzionario all'epoca, per nulla scontato nel mondo della canzone". Amanda Lear insiste sul fatto che Juvet fosse "prigioniero dei suoi successi di quel tempo. Gli veniva chiesto di cantare soltanto ‘I Love America’ e ‘Où sont les femmes?’, nient'altro anche se aveva registrato molte altre canzoni. Era molto frustrato per questo. Si era ritirato in Spagna perché la Francia lo stava rendendo triste. Viveva a Barcellona. Ci siamo visti l'ultima volta lì. Non beveva di più, stava cercando di venirne fuori“. 

Jarre non ha mezzi termini sulla parabola di Patrick Juvet: “L'ha ammesso lui stesso, non c'è nulla di segreto. Col brutale successo si è bruciato le ali, è caduto nell'alcool, nella droga, nell'eccesso. Ma rispetto a come è sempre stato considerato, aveva altre ambizioni, vere qualità musicali. È una grande perdita. Ha segnato la storia del pop francese”.

Successo e polemiche

Patrick Juvet, nato nel 1950 a Montreux (Vd), studia pianoforte al conservatorio di Losanna per lavorare poi come modello. All'inizio degli anni '70, a Parigi, si fa conoscere componendo canzoni, in particolare ‘Le lundi au soleil’, cantata da Claude François. È lo storico produttore francese Eddie Barclay a fargli pressione: minacciato di essere rispedito in Svizzera se non avesse sfornato una hit, Juvet sfonda nel 1972 con ‘La musica’, fino a rappresentare, nel 1973, la Svizzera all'Eurovision Song Contest con ‘Je vais me marier Marie’.

Nel 1977, con l'uscita di ‘Où sont les femmes?’, Juvet riceve numerose lettere d'insulto dal Movimento di liberazione delle donne (Mlf) per parole – "Non parlano più d'amore / Portano i capelli corti / E preferiscono le motociclette agli uccelli / Hanno negli occhi / Qualcosa di un robot“ – ritenute troppo sessiste. A Juvet si deve anche il lancio del corista Daniel Balavoine, poi divenuto nome di punta del pop francese (morto poco più che trentenne per un incidente in elicottero). La consacrazione internazionale arriva con ‘I Love America’ e ha il suo contraltare negli anni Novanta segnati dalle dipendenze, ammesse pubblicamente. Il tour ‘Tender Age and Wood Head’, iniziato negli anni Duemila, lo aveva riportato sotto i riflettori. “Patrick aveva ancora molti progetti, incluso un nuovo album come autore di canzoni", ricorda il suo agente.

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