Musica

Il sempreverde Neil Diamond

Bilanciato tra rock, pop e country, a suo agio tanto con The Band quanto con Barbra Streisand, si è ritirato da qualche anno per combattere il Parkinson.

Neil Diamond, Mr. ‘September Morn’ (Keystone)
24 gennaio 2021
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I principali titoli che lo identificano sono ‘September Morn’, ‘I’m a Believer’, ´America’ – gradita a Muhammad Ali – ‘Song Sung Blue’ e ‘Sweet Caroline’, tutelata dal National Recording Registry per essere “culturalmente, storicamente ed esteticamente significativa”. L'autore dei suddetti evergreen è Neil Diamond, che ha 80 anni da un giorno. Anche se nelle regioni italofone il suo nome è meno oggetto di venerazione che altrove, nel mondo anglosassone l'artista ha venduto qualcosa come 100 milioni di copie, lasciapassare per la Hall of Fame del Rock’n'Roll, per il Kennedy Center Honor e per la stella sulla Walk of Fame, dal 2012 sul marciapiede dell'Hollywood Boulevard di Los Angeles insieme agli altri grandi dello spettacolo.

Neil Leslie Diamond nasce da una famiglia ebrea di Brooklyn. È lunga la sua gavetta come autore tra Tin Pan Alley e il Brill Building, il leggendario palazzo di Manhattan che ospita gli uffici dove, negli anni '60, furono scritte alcune delle canzoni più famose della musica americana. Decisiva per sua carriera fu ‘I’m a Believer’, hit internazionale dei Monkees che, con il titolo ‘Sono bugiarda’, diventerà presto anche una hit di Caterina Caselli. Grazie a ‘Cherry Cherry’ e ‘Kentucky Woman’, Diamond ha poi trovato una strada solista ai tempi della British Invasion, trovandosi anche a fare da spalla ai concerti degli Who. Nel 1967, la sua ‘Solitary Man’, arrangiata da Ennio Morricone, sarà anche uno dei grandi successi di Gianni Morandi, con il titolo di ‘Se perdo anche te’. Nel 1972, ‘Song Sung Blue’ sarà brano di successo anche in Svizzera. A metà strada tra il rock, il pop e il country, lo stile di Diamond ha incontrato gusti assai trasversali: nel 1978, Robbie Robertson – che sarà anche suo produttore per l'album ‘Beautiful Noise’ – lo invita a cantare in ‘The Last Waltz’, l’addio di The Band portato sullo schermo da Martin Scorsese. E in una carriera di alti e bassi, supportata da un pubblico di fedelissimi in ogni parte del mondo, la sua musica raggiungerà gli anni Duemila, durante i quali spicca il duetto con Barbra Streisand ‘You Don’t Bring Me Flowers’. Meno eclatante il successo come attore (un Razzie Award, l'Oscar al contrario della cinematografia statunitense, per il poco gradimento di ‘The Jazz Singer’, rivalutatosi dal punto di vista della colonna sonora).

ANSA/RED

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