Spettacoli

‘Se la va, la gh’a i röd’, bentornati al Garage Pistoni

Da mercoledì a domenica 8 marzo al Teatro Sociale, con l'ok del Medico cantonale, la Compagnia Flavio Sala nel seguito di ‘Un altro bel garbüi’

'Un taglio più sketchoso, quasi cinematografico' (© Compagnia Flavio Sala)
2 marzo 2020
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Al Piazza, in Piazza (nell’ordine: Ristorante, Governo) ci sono tutti ad eccezione di Rosy Nervi, precettata dalla Rsi per via dell’emergenza batterica. Ma arriverà, a parlare del dialetto di Biasca, quello che Flavio Sala, direttore dell’omonima Compagnia, definisce «quello un po’ maranza, incomprensibile ai più». Al Piazza, in Piazza, partendo da Sala, ci sono tutti a presentare ‘Se la va, la gh’a i röd’, seguito di ‘Un altro bel garbüi’, plurireplicata giusto due anni fa al Teatro Sociale, che ospita la prima assoluta – mercoledì alle 20.45 – e repliche annesse, ogni sera da lì fino a domenica 8 marzo.

Torna il Garage Pistoni, tornano i meccanici scansafatiche Nando, Federer e Sac a Poche (Flavio Sala, Moreno Bertazzi e John Rottoli), i proprietari Stella e Orazio (Leonia Rezzonico e Orio Valsangiacomo) e la bella Toyota (Nervi, appunto), la cui relazione con l’ex scapolo Nando cresce d’intensità. «Avevamo dei personaggi che avevano ancora qualcosa da dire, sulla scia del grande successo di ‘Un altro bel garbüi’ – dice Flavio-Nando – ed ecco spiegato il seguito». Un ‘garbüi’ 2.0, quello in arrivo al Sociale: «Posso dire che ci siamo evoluti. Abbiamo voluto fortemente che il seguito non fosse una commedia che ruotasse intorno a un solo personaggio, ma qualcosa in cui fossero protagonisti tutti, in cui non ci fosse un primo attore, ma ruoli singolarmente importanti. Qualcosa di corale». «Nel senso che cantiamo?» chiede Toyota. «No – risponde Nando – nel senso che se casca uno, casca tutto».

‘Un taglio più sketchoso, quasi cinematografico’

Cast confermato (con Sala e Nervi tornano Leonia Rezzonico, Orio Valsangiacomo, John Rottoli, Moreno Bertazzi, Beppe Franscella, Enea Fonti e Gian Paolo Caligari) ad eccezione di Sandra Zanchi, occupata con la Filodrammatica di Comano da lei fondata e diretta; il posto vacante nella «vecchia guardia» lo occupa Mileti Udabotti. Al Piazza, in Piazza, ci sono anche Gionas Calderari, l’autore – «I personaggi si ritrovano in situazioni nuove, più sketchose, dal taglio quasi cinematografico» – e Gianfranco Helbling, ‘ol diretur’, che a nome del Sociale porta buone nuove come l’ok del Medico cantonale a tutte le repliche senza alcuna limitazione. Vuoi vedere che con tutte le manifestazioni che in queste ore stanno saltando (vedi in basso) saranno tutti a vedere ‘Se la va la gh’a i röd’? «In quel caso, saremo pronti – replica il Nando – ma eravano messi bene già prima», come conferma la replica aggiuntiva di domenica alle 17. Ma a godersi il nuovo spettacolo, che assume qua e là tinte giallo-rosa, darà anche il pubblico del Teatro del Gatto di Ascona, dal 20 al 22 marzo, della Sala Aragonite di Manno, dal 3 al 5 aprile, della palestra delle Scuole comunali di Faido, il 17 e 18 aprile, e del Plaza di Mendrisio dal 24 al 26 aprile, attualmente data conclusiva del tour 2020.

‘Che bèl che l’è ul spetacul. Chisà quant che an fii un altru!’

«È bello sentirsela dire (la frase qui sopra, ndr) quando la gente esce soddisfatta dal teatro, ma non sempre ci si rende conto di quale lavoro immane ci sia dietro uno spettacolo di questo tipo» spiega Sala parlando con orgoglio di una compagnia in cui «sono tutti stipendiati, ed è una cosa di cui ci facciamo vanto, perché diamo lavoro a persone capaci e riportiamo sotto i riflettori la vecchia guardia». Ovvero tutte quelle colonne portanti del teatro dialettale ticinese che il telespettatore è abituato a vedere ancora, senza rendersi conto del tempo trascorso tra l’emissione televisiva e l’anno 2020, e che la Compagnia ha riportato sui palchi importanti. Ha parole per tutti, il Nando: dalla suggeritrice Maruska («La nostra Salvalavita Beghelli») fino alla scenografia di Mario Del Don, cui è stato affidato il compito di portare a teatro un’idea pensata per la tv, un garage vero, con auto vere. «Scenografia della quale siamo fieri. Perché il salotto, in fondo, «l’è sémper un po’ la solita süpa».

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