Sanremo

'Lettera aperta a Sanremo', la notte di Pippo Baudo

Solo musica, a volte buona, altre volte grande, altre volte grandissima con Sting e il professor Vecchioni. Il voto della sala stampa affossa Nina Zilli

8 febbraio 2018
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‘Nessun dorma’, anche se è l'una di notte. Apre Il Volo, ma è il festival degli 80enni. Pippo Baudo non balla il rock and roll, ma scalda anche il cuore di pietra che batte nelle prime file, e alle canzoni che proprio non gli piacciono grida ‘Galera!’. Pippo Baudo, si diceva. Più forte di ‘Muoio per te’, perché – per fare il pelo e il contropelo – ci voleva altro tributo alla canzone italiana che non la versione italiana di un proprio pezzo. Ma è pur sempre 'Sting', anche con Shaggy al suo fianco per cantare 'Don't make me wait'. Il Pippo commosso dice che «È passato mezzo secolo, ma l’età è un’invenzione». Baglioni ribatte che «La vecchiaia è brutta, ma l’alternativa è peggio».

Dal pulpito sul quale è stato collocato il re del Festival per eccellenza arriva una ‘Lettera aperta a Sanremo’, che parte dal primo da lui condotto nel lontano 1968: «Che cosa ho fatto con Louis Armstrong? L’ho cacciato dal palco», legge Baudo. Satchmo voleva proseguire, pensando ad un convivio di musicisti e non ad una gara a eliminazione. Così «mi costrinsero ad accompagnarlo fuori». Nel ricordarsi scopritore di Laura Pausini, Giorgia e Ramazzotti, Baudo si dilunga e gli Elii giocano a morra sul palco.

Biagio Antonacci duetta con il direttore artistico in ‘Mille giorni di te e di me’, e la sala canta. Autoironico, 'duetta' anche con Franca Leosini (in sala stampa più tardi, vedi foto). Lo farà di nuovo, in finale di serata, su 'Samarcanda' con il professor Vecchioni (che accenna 'Chiamami ancora amore') e, poco prima, con Il Volo su ‘La vita è adesso’ (qualcuno in sala grida «lasciatelo cantare da solo!»).

Tra i brani in gara, Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico continuano a scaldare le mani del Roof. Che regala applausi a Diodato e Paci, per quella cosa che al secondo ascolto le canzoni, come visi ritratti alla luce del giorno, spesso riservano sorprese. La gara si chiude con i Decibel e il loro tributo al Duca, in un ritornello che prende la rincorsa di ‘Rocket man’ (o di ‘Space oddity’, il produttore era il medesimo), e – anche qui, al terzo ascolto – fa cantare la Gazzetta d'Asti.

La sala voterà un premio in più quest’anno, ovvero la migliore interpretazione del tributo a Sergio Endrigo. Il risultato del voto ai brani in gara, trasmesso in diretta, scalda l'ambiente e chiama piccole ovazioni per l'affossamento di Nina Zilli e il recupero, appunto, di Diodato e Paci. Il mago Forest diverte, 'Po poppoppoppo' chiude, e il torpedone per il Dopofestival attende all’uscita.

Si riprende oggi on un duetto che farà la storia di questa manifestazione. Sul palco, James Taylor con Giorgia. Il nostro incontro esclusivo con il cantautore americano nell’edizione odierna.

p.s. La papera della sera è “La voce narratora“ (Michelle Hunziker)

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