Società

La pandemia e la disparità tra luoghi di culto e luoghi di cultura

Con una lettera al consigliere federale Berset, i Liberi pensatori chiedono conto del trattamento differenziato di cui gode la chiesa, esentata dalle misure di protezione

Messa in maschera (Ti-Press)
15 gennaio 2021
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Luoghi di culto sì, luoghi di cultura no: potremmo sintetizzare così, la lettera che l'associazione dei Liberi pensatori ha inviato al consigliere federale Alain Berset, seguito da un testo analogo inviato al Consiglio di Stato dalla sezione ticinese dei Liberi pensatori. Perché questo trattamento differenziato che esenta le cerimonie religiose dalle restrizioni per contrastare la pandemia? Perché la Chiesa non dovrebbe contribuire anche lei allo sforzo collettivo che per il bene comune della salute viene invece richiesto a negozianti, operatori culturali e a tutta la cittadinanza chiamata a ridurre i propri contatti. “È semplicemente arbitrario che il Consiglio federale esoneri i soli attori religiosi da questo obbligo di solidarietà per contribuire alla gestione della pandemia” si legge nella lettera firmata dal presidente Andreas Kyriacou.

La libertà di fede – che i Liberi pensatori difendono integrandola ovviamente con la libertà di non avere una fede – garantita dalla costituzione federale è infatti compatibile con una temporanea limitazione della libertà di riunione, dal momento che questa non ostacola né le proprie convinzioni ideologiche né l’appartenenza a una comunità. E che le cerimonie religiose siano una possibile occasione di contagio, scrivono i Liberi pensatori, è purtroppo dimostrato da numerosi esempi, storici e attuali.

Quanto alla tesi che vede le cerimonie religiose un importante, e quindi indispensabile, supporto, i Liberi pensatori sottolineano come in questi tempi difficili anche gli eventi culturali e gli incontri con amici e familiari costituiscono un conforto e un aiuto spirituale: le persone non credenti superano il quinto della popolazione, persone che hanno anche loro diritto a “nutrire il proprio spirito” in modo umanistico.

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