Scienze

La nuova frontiera dell’uranio è il torio

Esortato il Consiglio federale a esaminare l'idea di una centrale di tal tipo, malgrado il divieto di costruzione di nuovi impianti nucleari

Nucleare e dintorni
(Keystone)
8 ottobre 2023
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Transmutex, una start-up svizzera con sede a Vernier (Ginevra), sta sviluppando un nuovo tipo di reattore atomico che funziona con il torio, invece che con l'uranio, un elemento chimico molto meno problematico. L'impianto sarebbe in grado di distruggere anche le scorie radioattive delle centrali nucleari esistenti e sarebbe molto più sicuro delle centrali nucleari convenzionali, perché una fusione del nocciolo è fisicamente impossibile, stando a quanto indicato dagli sviluppatori alla SonntagsZeitung.

Maurice Bourquin, ex rettore dell'Università di Ginevra e cofondatore di Transmutex, intravede grandi opportunità, sia per la Svizzera in generale che per far fronte al problema irrisolto delle scorie.

Appello alla politica

Bourquin - che è stato anche a capo del Consiglio del Cern, l'organo direttivo del laboratorio di fisica delle particelle - ora esorta il Consiglio federale a esaminare l'idea di una centrale atomica di tal tipo, malgrado il divieto di costruzione di nuovi impianti nucleari attualmente in vigore nella Confederazione. Secondo l'82enne questa proibizione potrebbe essere attenuata in modo tale da consentire almeno il proseguimento della ricerca.

Stando al domenicale il progetto di nuova centrale sta suscitando l'interesse di esperti indipendenti. Anche Marcos Buser, un importante oppositore delle centrali nucleari, geologo e comprovato specialista dello smaltimento delle scorie radioattive, ha un'ottima opinione della nuova tecnologia nucleare elvetica. "Potrebbe disinnescare in modo massiccio il problema delle scorie", afferma. A suo avviso il reattore deve però prima essere collaudato a livello industriale.

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