Scienze

Testati impianti per tornare a muovere braccia paralizzate

Significativi passi avanti all'Ospedale universitario di Losanna nel campo della tetraplegia: risultati incoraggianti dalla fase test su un paziente

Nella direzione giusta
(Keystone)
1 ottobre 2023
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Per la prima volta è stata testata un'interfaccia neurale abbinata a un impianto che stimola il midollo spinale per consentire a un paziente tetraplegico di muovere le braccia, le mani e le dita con il pensiero. Gli interventi sono avvenuti all'Ospedale universitario di Losanna (Chuv). Lo ha annunciato la società olandese Onward secondo cui è la prima volta che questa doppia tecnica viene utilizzata per gli arti superiori.

La combinazione di queste due tecnologie ha già permesso a un paziente paraplegico di riacquistare il controllo naturale della camminata con il pensiero, una scoperta pubblicata a maggio sulla rivista scientifica ‘Nature’.

Ma «la mobilità del braccio è più complessa», ha spiegato all'Afp la chirurga Jocelyne Bloch, che ha eseguito le operazioni di impianto. Anche se rispetto alla deambulazione non si pone il problema dell'equilibrio, ha aggiunto, «la muscolatura della mano è piuttosto fine, con tanti piccoli muscoli diversi che si attivano contemporaneamente per determinati movimenti».

Il paziente, che desidera rimanere anonimo, è un uomo svizzero di 46 anni che ha perso l'uso delle braccia in seguito a una caduta. Il mese scorso ha subìto due interventi al Chuv. Il primo consisteva nel posizionare l'impianto cerebrale, di pochi centimetri di diametro, sopra il cervello, al posto di un piccolo pezzo di osso cranico. Il secondo era volto a collocare gli elettrodi sviluppati da Onward, collegati a una piccola scatola impiantata nell'addome, nel midollo cervicale.

L'impianto cerebrale (o interfaccia neurale) registra le regioni del cervello che si attivano quando il paziente pensa a un movimento e le comunica agli elettrodi; una sorta di ‘ponte digitale’.

«Finora sta andando bene», ha dichiarato Bloch del Dipartimento di neurochirurgia del Chuv. «Riusciamo a registrare l'attività cerebrale e sappiamo che la stimolazione funziona. (...) Ma è troppo presto per parlare di quali progressi abbia fatto, di cosa sia in grado di fare ora», ha aggiunto la donna che ha cofondato Onward e rimane consulente dell'azienda.

Il paziente si trova attualmente nella fase di addestramento, per garantire che l'impianto cerebrale riconosca i vari movimenti richiesti. I movimenti persi dovranno essere ripetuti molte volte prima di diventare naturali. Secondo Bloch il processo richiederà «alcuni mesi». Alla sperimentazione parteciperanno altri due pazienti; i risultati completi saranno pubblicati in seguito.

La stimolazione del midollo spinale è già stata utilizzata in passato per muovere le braccia dei pazienti paralizzati, ma non in combinazione con un'interfaccia neurale. Gli impianti cerebrali sono già stati utilizzati per consentire a un paziente di controllare un esoscheletro.

L'organizzazione Battelle ha utilizzato un impianto cerebrale per ripristinare il movimento nel braccio di un paziente, ma dotato di un manicotto di elettrodi posizionato sull'avambraccio, che stimola direttamente i muscoli interessati.

Stando al suo direttore, Dave Marver, «Onward è unica nel suo desiderio di ripristinare il movimento stimolando il midollo spinale», insieme a un impianto cerebrale. Secondo lui, questa tecnologia potrebbe essere commercializzata «entro la fine del decennio», ha dichiarato all'Afp.

Nata in Svizzera, Onward Medical è un'azienda di tecnologia medica specializzata nello sviluppo di terapie innovative per ripristinare il movimento, l'indipendenza e la salute delle persone con lesioni al midollo spinale. Ha sede a Eindhoven nei Paesi Bassi e dispone di un centro scientifico e di ingegneria presso il Politecnico federale di Losanna.

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