Scienze

Melodie cosmiche dai telescopi Nasa; è la musica delle galassie

Da James Webb ad Hubble, facendo corrispondere suoni diversi alle diverse lunghezze d'onda, ‘prodotte’ sinfonie dai corpi celesti

Dallo spazio profondo
20 giugno 2023
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I dati di stelle e galassie diventano musica: la Nasa ha tradotto in melodie cosmiche le osservazioni fatte con i suoi telescopi spaziali, da James Webb ad Hubble, facendo corrispondere suoni diversi alle diverse lunghezze d'onda. La prima sinfonia arriva dal sistema chiamato R Aquarii, che contiene due stelle, una nana bianca e una gigante rossa, in orbita l'una intorno all'altra. Il volume cambia in proporzione alla luminosità delle sorgenti, grazie ai dati raccolti nella luce visibile da Hubble (di Nasa e Agenzia Spaziale Europea) e a quelli raccolti nei raggi X dal telescopio Chandra della Nasa. La melodia che sale e scende simile a quella prodotta dalle campane tibetane è dovuta alle strutture individuate da Hubble, mentre assomigliano alle fusa di un gatto in versione sintetica i suoni associati a Chandra.

Arriva dal Quintetto di Stephan, un gruppo di cinque galassie, la seconda melodia. Il gruppo è in realtà formato solo da quattro galassie, che si muovono l'una intorno all'altra, mentre la quinta si trova in realtà a una distanza molto maggiore. Le galassie sullo sfondo e le stelle in primo piano, rilevate dal Jwst di Nasa, Esa e Agenzia Spaziale Canadese, sono state associate a note diverse e le frequenze cambiano dolcemente in corrispondenza delle protagoniste del quintetto. Infine, i raggi X di Chandra, che rivelano un'onda d'urto che ha surriscaldato il gas a decine di milioni di gradi, sono rappresentati da un suono di corde sintetiche.

L'ultimo oggetto a essere tradotto in musica è Messier 104, conosciuta anche come la Galassia Sombrero. Anche in questo caso, la luminosità detta il tono e il volume delle note, con le fonti più brillanti associate a frequenze più alte e forti. I dati di Hubble, Chandra e del telescopio Spitzer della Nasa sono associati a suoni diversi: i raggi X di Chandra assomigliano a un sintetizzatore, quelli a infrarossi di Spitzer suonano come corde, mentre la luce ottica di Hubble assomiglia a delle campane.

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