Scienze

Eccezionale scoperta: il primo embrione umano in 3D

L'importante traguardo, raggiunto all'Università di Rotterdam, è stato possibile combinando fra loro intelligenza artificiale e realtà virtuale

Mai così prima
27 marzo 2023
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Mai prima d'ora era stato possibile vedere lo sviluppo dell'embrione umano così in dettaglio, osservandone il processo di crescita giorno per giorno durante la gravidanza, fino a ottenerne un ologramma in 3D: è stato possibile combinando fra loro intelligenza artificiale e realtà virtuale, e già i primi risultati indicano che più lo sviluppo embrionale avviene lentamente, più aumenta il rischio di aborto.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Human Reproduction, è stata condotta all'Erasmus Medical Center dell'Università di Rotterdam, nei Paesi Bassi, dal gruppo della ginecologa Melek Rousian. "È la prima volta che siamo in grado di osservare la gravidanza in via di sviluppo – ha detto il primo autore dell'articolo, Carsten Pietersma –. Senza l'aiuto del 3D e della realtà virtuale è molto più difficile esaminare lo sviluppo dell'embrione".

Per esempio "la tecnologia della realtà virtuale 3D rende molto più facile vedere lo sviluppo di braccia e gambe", ha aggiunto. "Abbiamo scoperto che, più è lungo il tempo che l'embrione impiega per svilupparsi, più aumenta il rischio di un aborto", ha osservato Rousian riferendosi alle osservazioni relative alle prime dieci settimane di gravidanza, che hanno messo a confronto gravidanze andate a buon fine e quelle che si sono invece interrotte con un aborto spontaneo.

"In futuro, la capacità di valutare la forma e lo sviluppo degli embrioni potrebbe essere utilizzata per stimare la probabilità che una gravidanza continui fino al parto di un bambino sano. Questo – ha proseguito la ricercatrice – consentirebbe agli operatori sanitari di fornire consulenza alle donne e ai loro partner sull'esito potenziale della gravidanza e sull'identificazione tempestiva di un aborto spontaneo". Una possibilità, ha rilevato, "particolarmente utile per le coppie che hanno avuto precedenti gravidanze concluse con un aborto spontaneo: potremmo essere in grado di indicare il rischio di un altro aborto spontaneo o forse offrire qualche rassicurazione precoce".

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