Scienze

Scoperto marcatore di malattie collegate allo stress

Esisterebbe una connessione tra i livelli ridotti di una proteina e gli esiti disadattivi quali ansia e depressione

Il costo dello stress
(Ti-Press)
12 dicembre 2022
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Una riduzione nel sangue di una proteina (la Mecp2) sembrerebbe favorire il rischio di sviluppare malattie correlate allo stress, in persone, soprattutto donne, che, durante l’infanzia o l’adolescenza, abbiano vissuto esperienze particolarmente avverse. A questa conclusione sono giunti i ricercatori del Centro di riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma, in uno studio pubblicato su Translational Psychiatry.

Al centro delle indagini la proteina, ovvero Methyl-CpG binding protein 2, fondamentale per il funzionamento delle cellule nervose, nota perché alcune mutazioni del gene che la codifica sono la principale causa della Sindrome di Rett, una malattia neurologica rara, molto grave, che colpisce fin dalla prima infanzia prevalentemente il genere femminile. Oggi sappiamo che questa proteina, oltre a essere implicata in numerosi processi del neurosviluppo, svolge un ruolo fondamentale nel determinare gli effetti che l’ambiente in cui viviamo ha sul nostro organismo, suggerendo un suo coinvolgimento nei processi che predispongono allo sviluppo di psicopatologie indotte dall’esposizione a eventi stressanti nel corso della vita.

Sulla base di queste evidenze, i ricercatori hanno analizzato i livelli in campioni di sangue di 63 persone clinicamente sane. I risultati hanno confermato le loro ipotesi, ovvero che esiste una connessione tra i livelli ridotti di questa proteina e gli esiti disadattivi – quali ansia e depressione – delle esperienze avverse vissute in infanzia, e che tale legame è più forte tra le donne.

"Ulteriori studi finalizzati ad approfondire i meccanismi alla base di questa associazione potranno svelare nuovi bersagli per l’implementazione di interventi preventivi personalizzati" spiega l’Iss.

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