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The Gigi D'Alessio Lugano Experience

Ancora c’è chi ai suoi concerti dice ‘sono qui perché piace a mia moglie’. Cronaca di una serata sul Golfo e di un teatro che pareva Piazza del Plebiscito

Lugano, Palacongressi, domenica 23 marzo 2025
(Ti-Press)
24 marzo 2025
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Al di là del piacere prettamente musicale, l’aspetto più divertente dell’andare a un concerto di Gigi D’Alessio è vedere chi c’era, vale a dire gli insospettabili, i detrattori della canzone napoletana o di quella melodica tutta che a un certo punto del concerto, come Roger Rabbit che non riesce a non finire il motivetto “ammazza la vecchia col flit”, proprio non ce la fanno a non cantare “si stasera t’avesse vasà”, il verso clou di ‘Non dirgli mai’, cronaca di un tradimento che un po’ ricorda ‘La donna del mio amico’ dei Pooh (solo che i due amanti dei Pooh si fermano prima, per rispetto del cornificato).

Comunque

Gli insospettabili dei concerti di Gigi D’Alessio, che si nascondo nel buio dei palazzetti e negli anfratti delle piazze per cantare di nascosto ‘Annare’, di solito sono nordici convinti che quando li incontri giustificano la presenza con frasi come “sono qui perché piace a mia moglie”, “comunque è uno che ha fatto il conservatorio”, “comunque è una bella persona”, “comunque ero qui in vacanza”. Frasi come “ecco, siamo sputtanate”, detta dalla metà di una coppia di signore luganesi (mamma e figlia adulte) che hanno deciso di fare, come noi, la Gigi D’Alessio Experience, ovvero cenare in un ristorante napoletano aspettando lo show. Per essere veramente completa, la Gigi D’Alessio Experience vorrebbe che il concerto si svolgesse sempre in una città sull’acqua, e per provare a sentirsi a Napoli il golfo di Lugano già fa molto di suo (basta immaginarsi il Monte Brè vulcano attivo). Molto fanno anche la frittatina di pasta ripiena, le zeppoline di pasta cresciute, i fiori di zucca in pastella e le crocchè di patate e scamorza affumicata, napoletanità che nemmeno il cameriere napoletano ma tifoso della Lazio può guastare.

“Ecco, siamo sputtanate”, dicono le sciure al cameriere che ha letto loro in faccia l’essere lì per il concerto, perché ancora oggi succede quel che succedeva a D’Alessio agli inizi, quando i ragazzi avevano il suo cd (masterizzato) nell’autoradio e se dovevano uscire con la fidanzata lo cambiavano con quello di Michael Jackson. Lo disse il cantante alle Iene tempo fa, tra un racconto di vita vissuta e un giro per Napoli a fare shopping di calzini, che sono una sua passione.

Quello autentico

“Le fa tutte”, dicono i fan aspettando l’inizio della tappa luganese del Live Europe Tour portato qui da Horang Music, domenica scorsa con il sold out del giorno prima a Zurigo. “Le fa tutte” significa che avrebbe fatto i grandi successi, in versione integrale, dentro lunghi medley o come sono nate: “C’ero io, la mia voce e il mio pianoforte”, dice il D’Alessio anticipando ‘Te voglio bene ancora’ come mamma (papà) l’ha fatta. Ci sono anche i classici ricantati con ospiti nell’ultimo album ‘Fra’, riproposti dal vivo con i duettanti che cantano sul maxischermo (il luganese Gué, Geolier con i baffetti, Elodie, Amoroso e il figlio Luca, più noto come Lda). Nella festa lunga più di trent’anni che è il concerto, tra un “quanti amori nascono così” e un “mai, non mollare mai”, è proprio quando D’Alessio si mette al pianoforte che se ne esce lo chansonnier napoletano autentico, più vicino a Gagliardi, Di Capri e Carosone, lontano dai baglionismi con i quali ha infarcito molte sue cose. Anche perché domenica scorsa, per sentire i baglionismi, bastava fare un chilometro a piedi e c’era Baglioni al Lac in uno dei suoi concerti da tre ore senza pausa.

A occhio, a orecchio, complici i molti medley, il pubblico del Palacongressi ha ascoltato/cantato una cinquantina di canzoni in poco più di due ore, compresa la bella ‘Fra’, che dà il titolo al disco, scritta per l’ultimo nato Francesco (tre anni) e che contiene l’affetto di un padre già su con l’età (“Fra, non crescere, perché se non cresci io non invecchio”). Una cinquantina di canzoni comprese ‘Come suena el Corazón’, ‘Mon amour’, ‘Fotomodelle un po’ povere’ (i sogni di gloria delle teenager dei vicoli di Napoli) e ‘Buongiorno’, che arrivano da un passato più o meno recente e stanno tutte in una raccolta del 2020 risuonata e ricantata il cui titolo è proprio ‘Buongiorno’, ovvero il D’Alessio-repertorio dato in pasto a rapper e trapper napoletani. Una commistione che è sintomo di capacità di adattamento, amore incondizionato da parte della scena giovane della città e del vederci lungo di un uomo di musica.

‘Napule’

Segnalazione per chi volesse intraprendere la Gigi D’Alessio Experience: se pensate di andare al suo concerto per sentirgli cantare il capolavoro, la suddetta ‘Non dirgli mai’, ne ascolterete solo la versione strumentale, perché la canzone è lasciata per intero al canto del pubblico nel più genuino del “fatevi un bell’applauso”. Più interessante è invece ‘Un nuovo bacio’, cantata nel 2002 con l’ex compagna Anna Tatangelo, la cui parte è lasciata al pubblico per un duetto tra il cantante e qualche migliaia di voci (alcune più intonate di quelle dei cantanti di oggi). Con un calore da Piazza del Plebiscito, il Palazzzo dei Congressi ha cantato pure – benché centellinata nel medley finale – ‘Napule’, un ritratto che ai non napoletani è assai meno noto di ‘Napul’è’ di Pino Daniele ma che basta a rendere meno comune il luogo (comune) “comunque è uno che ha fatto il conservatorio”.

Per chiudere la Gigi D’Alessio Experience, può essere utile ascoltarla per intero, ‘Napule’, anche solo per sentire Lucio Dalla, ospite di quel brano di vent’anni fa, che in una manciata di strofe in lingua racconta la storia del ‘suo’ Caruso, il tenore, con parole diverse da “te voglio bene assaje”. E se Lucio Dalla decide di cantare una tua canzone, che a tua moglie piaccia o meno Gigi D’Alessio poco importa.

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