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Gli operai italiani in Svizzera, da forza lavoro a indesiderati

Il film di Samir è il documentario che non vorremmo vedere, ma che tutti dovremmo

17 agosto 2024
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È misterioso come molti di noi svizzeri riescano a difendere il popolo a spada tratta e a priori, quindi essere al tempo stesso privi di una vera identità che ci unisca saldamente come membri appartenenti allo stesso gruppo. Si potrebbe descrivere il nostro rapporto interno, forse per cause linguistiche, come un contratto, eppure il nazionalismo riesce sempre a trovare terreno fertile, purché si identifichino tutti coloro che provengono da fuori dei nostri confini come nemici, criminali e tutti quegli epiteti che significano “potenziali minacce alla sicurezza interna svizzera”. Siamo restii ad ammettere le ingiustizie che abbiamo perpetrato. Samir ci mostra questa nostra brutta faccia e ci costringe, attraverso il suo ‘La prodigiosa trasformazione della classe operaia in stranieri’, a confrontarci con quel passato fascista nascosto sotto al nostro tappeto.

L’approccio documentaristico risulta piuttosto televisivo: la sua forza sta nella dirompenza dei contenuti, esposti con estremo rigore attraverso l’intreccio tra gli archivi, i racconti di uomini e donne che hanno vissuto e lottato per i diritti dei lavoratori italiani in Svizzera, infine l’esperienza personale dell’autore, a completare questo quadro di testimonianze preziose sulla repressione degli immigrati. Un viaggio storico e con le immagini, tra gli altri, di Villi Hermann (‘San Gottardo’) e Alvaro Bizzarri (‘Lo stagionale’), ripercorrendo eventi e ferite come la tragedia della diga di Mattmark, che costò la vita a 88 lavoratori, o le persecuzioni della Fremdenpolizei o ancora le politiche xenofobe del Fronte Nazionale, di J. Schwarzenbach e quella “Überfremdung”, l’inforestierimento sempre e tanto temuto. Un’esposizione necessaria e che genera una discussione, già aperta dall’agghiacciante ‘Prisoners of Fate’ nella Semaine de la critique, per forzarci a osservare la nostra forma di apartheid che continua ancora oggi.

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