Sostiene Morace

‘Appuntamento come spettatore al prossimo Festival!’

Momenti emozionanti e altri meno, il palmarès personale e un suggerimento: invitare lo spettatore all'altro concorso, Cineasti del presente

Ipse dixit
(Keystone)
12 agosto 2023
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Siamo arrivati alla fine anche di questo 76esimo festival di Locarno, è tempo di bilanci. Non ho certo potuto seguire tutte le sezioni del Festival, come tutti mi sono creato il mio percorso individuale, il mio festival personale, ben sapendo che avrei sicuramente perso molte opere interessanti, ma d’altra parte l’ubiquità è qualcosa di difficile da raggiungere. Mi dispiace di non aver potuto vedere quasi nulla della retrospettiva, dedicata al cinema classico e popolare messicano, molto apprezzata da tanti fedeli spettatori che hanno riempito il cinema Rex e potuto gustare film divertenti e storicamente importanti. Mi sono concentrato sul concorso e sui film della piazza, il primo rappresenta l’essenza stessa del Festival, mentre la piazza è lo spazio privilegiato del grande pubblico, composto da gente “normale”, non solo professionisti del cinema.

Il momento più emozionante è stato senz’altro ‘The Old Oak’, di Ken Loach, accolto da un lunghi e commossi applausi dal numerosissimo pubblico che riempiva ogni spazio della piazza. Applausi più che meritati un’opera ricca di emozione, commovente, perfettamente scritta e recitata! Tra le altre opere che sicuramente ricorderemo, ‘Anatomie d’une chute’, Palma d’oro al Festival di Cannes, poi ‘Voyage au Pôl Sud’, e in misura minore ‘La bella estate’, film italiano ispirato a Cesare Pavese ben interpretato da Deva Cassel, la figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel. Il concorso invece è stato molto discontinuo, ha offerto momenti molto forti, di grande cinema, e alcuni tonfi spaventosi, da dimenticare.

Nel mio personale palmarès figurano l’ucraino ‘Stepne’, un ritratto impietoso della società post-sovietica, il francese ‘Yannick’, lo stravolgimento di una serata teatrale da parte di uno spettatore, e l’americano ‘Loucy Carter’, commedia alla Woody Allen, perfettamente scritta e recitata. Stendiamo un velo pietoso su alcuni film, ma un critico molto noto italiano diceva: “Quando vedo tre o quattro film buoni a un festival, sono contento". Non posso dire nulla sulle altre sezioni, un consiglio che mi sento di dare per i prossimi anni è invitare lo spettatore festivaliero e seguire con attenzione l’altro concorso, quello dei Cineasti del presente, dove si possono fare interessanti scoperte. Parlando di spettatori, sono rimasti fedeli riempendo le sale e accorrendo in piazza, a parte le prime sere di pioggia. Purtroppo non c’è più il presidente RR con il suo rapporto speciale con la Madonna de Sasso.

In attesa delle novità della nuova presidente Maja Hoffmann, un abbraccio a Marco Solari che stasera potrà salutare il pubblico festivaliero con la tradizionale frase: "Appuntamento come spettatore al prossimo Festival!".

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