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‘Paradise Highway’ irrisolto, non convince ‘Delta’

Nel film con Juliette Binoche, imbarazzante e malinconico Morgan Freeman; tanti i temi narrativi irrisolti. Sorprende ‘Medusa Deluxe’

‘Paradise Highway’
8 agosto 2022
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Ci sono film come ‘Paradise Highway’ di Anna Gutto che vivono soprattutto della luce di chi vi recita, e qui, in questo film passato in Piazza Grande, c’è una meravigliosa Juliette Binoche a illuminarlo. E questo nonostante il fatto che i troppi intrecci della vicenda raccontata siano spesso messi in ombra o dimenticati dalla regista. Il film racconta di Sally, la signora Binoche, una dura camionista, difficile immaginarla, ma lei riesce convincente; la vediamo in un momento difficile, deve aiutare il fratello in carcere a contrabbandare merci illegali per permettergli di sopravvivere in carcere. Scopre che deve contrabbandare una bambina, la bravissima e sorprendente Hala Finley, destinata all’abuso sessuale. Succede che al momento della consegna, usando il fucile di Sally, la bambina uccide l’uomo cui doveva essere consegnata. Per le due donne comincia una fuga on the road, inseguite dai commercianti del sesso e da due agenti del Fbi, uno è un imbarazzante e malinconico Morgan Freeman. Ad aiutarle, altre camioniste che si tengono in contatto via radio. Tra Sally e la bambina nasce un rapporto materno che poi si concretizzerà. Quello che è il peso del film è rappresentato dai tanti rami narrativi non risolti: pensiamo al rapporto con il fratello, al contatto con le altre camioniste che vedremo insieme a lei solo alla fine, ma anche del rapporto con la giustizia con Freeman vengono dette solo sillabe, e soprattutto resta ai bordi il tema principale che è quello dello sfruttamento sessuale d’infanti! Un po’ troppo, e questo rende il film fragile nonostante Juliette Binoche.

Non convince neppure l’italiano ‘Delta’ firmato da Michele Vannucci, con Alessandro Borghi, Luigi Lo Cascio, Emilia Scarpati, Greta Esposito. La vicenda si svolge nel Delta del fiume Po tra ambientalisti e bracconieri di pesce dell’Est Europa, una storia basata su una terribile attualità, subito risolta in un western padano che vede lo scontro tra Osso (un convincente Luigi Lo Cascio, il capo ambientalista) ed Elia (un ingessato Alessandro Borghi): questi uccide la sorella del primo, prima di scappare proprio con l’ex moglie di Osso. Tra i due comincia un inseguimento che non riesce a coinvolgere, che raffredda il clima del film, e a quel punto non interessa più come va a finire. Peccato, l’idea poteva essere interessante.

Sorprende invece la freschezza di un film leggero come ‘Medusa Deluxe’ di Thomas Hardiman, ambientato durante un concorso per parrucchiere/i. Un mondo a parte ben descritto dal regista e ben interpretato da un affiatato gruppo di attrici e attori fino all’esplosivo musical finale.

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