Jovanotti – 'Jova Beach Party' – ★★★✩✩ – Inizio elettrofunk e finale elettroreggae per un album con tour che non è proprio un tour, ma una lista di feste sulla spiaggia
Copertina un po’ ‘Mercoledì da leoni’ e un po’ ‘Barattolino Sammontana’, se quest’album uscito a sorpresa non si fosse chiamato ‘Jova Beach Party’, non sarebbe guastato ‘Fiesta’, traccia numero quattro con dentro gli italo-sudamericani Cacao Mental, una cosa così in bilico tra il dimenarsi e il relax che non si sa se sbattersi o – quando arrivano i fiati mariachi – calarsi il sombrero sulla testa e poltrire nel sole (“Mi piace quel filo di tensione e poi la pace”).
Jova inizia elettrofunk e finisce elettroreggae (con ‘XCHETUC6’ feat. Paolo Baldini, già Africa Unite); si fa coccolare da Rick Rubin che gli produsse ‘Oh Vita!’ e qui gli produce ‘Prima che diventi giorno’, ma anche dai produttori del Mahmood di ‘Soldi’: Charlie Charles, che mette le mani su ‘Vado’, inno al moto perpetuo che è proprio dell’artista (in cui “ballano” persino “gli scheletri, c’è festa nell’armadio”) e Dario ‘Dardust’ Faini, che accende il tormentone ‘Nuova era’ (in un brano che cita la deriva dei continenti, “E quando io ti guardo mentre passi fai tremare tutti i sassi” è un complimento che ci sta).
Tutti i brani viaggiano con lyric video al seguito (ma sono piccoli cartoon), verso un tour che non è proprio un tour, ma una lista di feste sulla spiaggia. Insomma: Lorenzo ha alzato l’asticella del singolo estivo, estendendo il concetto al disco intero. Come si fa coi Christmas album quando arriva Natale.