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Cartoline da ‘Non importa dove’

Yari Bernasconi & Andrea Fazioli, una terza voce che invia saluti da luoghi reali o fittizi raccolti in un libro che verrà presentato stasera a Massagno

Gli autori
(Keystone)
7 marzo 2025
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Da Ponte Tresa alla Birmania, dalle spiagge del Tirreno alle Alpi svizzere, da Venezia alla Madre Russia, da Roma alla Norvegia, dallo zoo di Zurigo all’Acheronte, da un solaio a un pozzo nel deserto, da dietro lo specchio alla Terra di mezzo. Sono cartoline che arrivano da luoghi reali e fittizi, documentati in prima persona e non solo, 58 cartoline spedite da ‘Non importa dove’ (Capelli Editore) che hanno come mittenti Yari Bernasconi & Andrea Fazioli e dove ‘&’ non è più la collaborazione che ha portato ‘A Zurigo, sulla luna’, ma a qualcosa di linguisticamente più profondo. «Nel caso di quel libro – ci spiega Fazioli – ci eravamo trovati una volta al mese per un anno in Paradeplatz a Zurigo, fermandoci lì per un paio d’ore e scrivendo tutto quello che ci colpiva. All’inizio era ancora un tipo di scrittura separata, uno scriveva e l’altro rispondeva; poi, col tempo da dialogo è diventata una scrittura a quattro mani nel vero senso del termine». ‘Non importa dove’ è il materializzarsi dell’idea di «una terza voce, sempre più forte, a suo modo stupefacente in letteratura, a differenza della musica in cui incontrarsi è più facile».

Tecnicamente parlando: «Uno scrive e l’altro siede di fianco, o si digita entrambi dentro un documento condiviso. I testi sono sempre detti in anticipo, come in Paradeplatz, dove di solito la cosa si svolgeva al ristorante, ma nel momento in cui si scrive questa volta a parlare non sono due voci ma una soltanto». Cosa a suo modo sorprendente per un campo un tantino individualista quale quello letterario: «Il modo in cui scriviamo da soli è una cosa, quello in cui scriviamo a quattro mani è diverso. Non si tratta di un miscuglio di voci, ma di una voce nuova». Allo stesso tempo «è un esercizio utile per il contemplare rinunce a parti del proprio io, e si sa che in ambito artistico il rischio dell’ego ipertrofico è altissimo (ride, ndr)».

La terza voce è anche un atto di fiducia: «È un rapporto basato sull’abitudine e su di una consonanza iniziale maturata lentamente nel tempo e dotata di una forza maggiore. Se mai qualcuno dovesse chiederci di scrivere un pezzo dall’oggi al domani e non riuscissimo a farlo insieme, io potrò fidarmi di quel che Yari scriverà e viceversa». Il fatto che intervistiamo il solo Fazioli è testimonianza della consonanza, ma in nome della ‘&’ potremmo pure dire che abbiamo parlato con entrambi (promettiamo che per ‘Non importa dove – Parte seconda’ intervisteremo Bernasconi).

Minimalismi

La forma letteraria di ‘Non importa dove’ ha avuto una sorta di anticipazione nelle centinaia di ‘Panchine’ che Andrea Fazioli ha scritto per anni per Ticino7, se non nello stile (lì la voce è una sola), nelle misure: «Gli spazi minimi a disposizione sono di grande aiuto per esplorare la dinamica della prosa breve, che mi interessa molto. Rispetto al romanzo, alla poesia e al racconto, questo è un genere diverso che ha difficoltà tutte sue». I luoghi del libro invece, sono quelli in cui i due sono stati fisicamente insieme, o soltanto uno. E sempre in nome della terza voce, «non è detto che la persona che vi sia stata sia poi quella che ha avuto l’idea iniziale». Insomma, le modalità sono quelle del collettivo, con il quantitativo minimo per fare una moltitudine e «non solo il collaborare su un progetto, ma la volontà di esplorare una dimensione artistica a due». Ci sono anche dei non luoghi: forse i suoi abitanti non saranno felici di leggerlo, ma “Arth-Goldau non esiste”, un po’ come la Calabria per Antonello Venditti: «Non esiste per il fatto di essere luogo di passaggio. Yari sta a Berna, io a Bellinzona, molti dei nostri scambi sono ferroviari. Arth-Goldau è un luogo che non potevamo non includere».

Saluti da Marte

Nel giocare con lo spazio e il tempo, Bernasconi&Fazioli scrivono da una Venezia del futuro, salvata dalle acque una volta per tutte e messa sopra una Grande Nave che va di porto in porto come si va in crociera (“Noi siamo saliti a Genova, ma avremmo potuto farlo anche a Nizza o Marsiglia: tutti i porti sono ormai serviti da lussuosi pullman della Compagnia”). Un’altra cartolina arriva dalle montagne intorno a Orsières ed è datata prima dell’anno mille (“Fra pochi minuti passerà di qui con la sua scorta Mayeul, l’abate di Cluny”, con riferimento ai fatti narrati da Rodolfo Il Glabro nei suoi ‘Historiarum Libri’); un’altra ancora giunge dall’Altaripa Resort, un tre stelle di Marte – rosso pianeta tornato recentemente di attualità – ubicato nella zona di Europa Sud, che tanto somiglia ai luoghi originali terrestri, un po’ come Bellagio Bellagio e Bellagio Las Vegas. E poi ci sono i saluti da Gurtnellen, sul San Gottardo, dove i mittenti si chiedono chi siano “quelle minuscole figure che caparbiamente creano passaggi fra le vette”, dove le vette sono quelle del San Gottardo, i passaggi tra le vette il tunnel, e le minuscole figure gli operai che l’hanno costruito. «L’idea è quella di considerare il luogo nel senso più ampio possibile», e dunque ecco la cartolina “dal ventre di un grosso pesce” nel quale incontrare Geppetto e Pinocchio, la cartolina dal buio, uno dei luoghi letterari per eccellenza, e dall’interno di un social network, nel quale vive la nostra pulchra imago.

Questa sera alle 18.30 a Massagno, nella libreria Il Rifugio letterario, Yari Bernasconi & Andrea Fazioli presenteranno il libro, e magari leggeranno due delle cartoline che paiono più personali di altre: quella da Paradeplatz (“Non è la prima volta che ci fermiamo da queste parti”), che a modo suo sancisce la nascita della terza voce, e quella da un’aula scolastica vuota: “Se possiamo inviarti una cartolina, è perché anni fa qualcuno ha scritto per noi alla lavagna: A a B b C c D d E e F f G g e così via”.