La musica britannica e un silent album contro la legge che potrebbe scavalcare gli autori e legalizzare un ‘furto’ di contenuti. In campo più di un Sir
La forma è quella di un ipotetico silent album, un album silenzioso del quale è udibile un paesaggio sonoro fatto di studi di registrazione vuoti e relativi rumori, che scorrono anche sotto forma di immagini. L'album è a tutti gli effetti una sovrimpressione: il titolo, ‘Is This What We Want?’ (È questo che vogliamo?), e la tracklist, dalla traccia uno alla dodici con distribuite le singole parole The British Government must not legalise music theft to benefit Ai companies, ovvero “il Governo inglese non deve legalizzare il furto della musica a beneficio delle compagnie di Intelligenza artificiale”. È firmato ‘Various Artists’, artisti vari che rispondono al nome di Damon Albarn, Annie Lennox, Kate Bush, Jamiroquai, The Clash, Billy Ocean e un altro migliaio. Una seconda protesta, che segue la via della stampa, ha riunito una trentina di autori e artisti tra cui Elton John, Sting, Dua Lipa e il premio Nobel Kazuo Ishiguro, firmatari di una lettera aperta sul Times per denunciare una riforma “inutile e controproducente”.
Si parla di intelligenza artificiale (IA) e della protesta della musica britannica contro una proposta di riforma del copyright favorevole alle società di intelligenza artificiale. Il piano del governo prevede di applicare un’eccezione al copyright per addestrare i modelli di intelligenza artificiale. Le aziende che sviluppano questi modelli non avranno più bisogno di ottenere l’autorizzazione preventiva da parte degli autori per utilizzare determinati contenuti. La lettera recapitata al Times parla di “riforma inutile e controproducente”. La proposta è stata sottoposta a consultazione fino a oggi. “Affiderebbe gratuitamente il lavoro di una vita dei musicisti del Paese a società di IA, consentendo a queste di sfruttare il lavoro dei musicisti per competere con loro”, ha denunciato Ed Newton-Rex, il musicista dietro l'album silenzioso. Anche la stampa britannica si è unita al movimento di protesta con una rara iniziativa congiunta: tutte le principali testate del Regno Unito – The Daily Mail, The Sun, The Guardian, The Times e The Daily Telegraph – ieri portavano tutte un messaggio in prima pagina su sfondo blu: “Make it Fair”.
La proposta del governo attira da settimane numerose critiche tra cui, a fine gennaio, quelle di due grandi della musica britannica, Sir Paul McCartney e Sir Elton John. “Se presenti un disegno di legge, assicurati di proteggere pensatori e artisti, altrimenti non li avrai dalla tua parte”, aveva dichiarato l'82enne ex Beatles intervistato a fine gennaio da Laura Kuenssberg nel suo talk show della domenica, denunciando l'iniziativa del governo Starmer nel Regno Unito, in base alla quale verrebbe garantito il ricorso praticamente libero all'IA su creazioni altrui senza dover chiedere permesso, a meno che non siano gli autori a farsi vivi manifestando in modo esplicito il loro rifiuto. “Il meccanismo minaccia soprattutto i giovani autori, che potrebbero scrivere una bella canzone ma non possedendone i diritti possono essere facilmente imbrogliati”, ha dichiarato McCartney. Il baronetto non è contrario all'IA in quanto tale – senza di essa non esisterebbe ‘Now and Then’, con le voci di tutti e quattro i Beatles, viventi e non, riunite proprio grazie all'IA –, ma si dice preoccupato per la tendenza alle deregulation. “Il denaro che arriva tramite le piattaforme streaming dovrebbe andare alle persone che creano la musica, non ai giganti tecnologici”, sostiene Sir Paul, pretendendo che siano “gli autori e i titolari dei diritti a esercitare un controllo su ciò che è stato creato e sulla remunerazione che deriva dall'uso delle loro opere tramite l'IA”. Diretto il suo attacco a Starmer: "Noi siamo il popolo, tu il governo e si suppone che tu debba tutelarci. È il tuo lavoro”.
Negli stessi giorni, a McCartney si era unito Elton John, rimarcando il rifiuto di siffatta proposta e sposando l'idea che essa possa ricadere soprattutto sui guadagni dei giovani artisti, situazione peraltro già compromessa: “È sempre più complesso supportare economicamente la carriera di un emergente, i costi dei tour sono sempre più alti, serve una normativa che blindi in diritto d'autore affinché gli artisti guadagnino il giusto dalla loro musica”. Nell'ultimo suo invito al governo a riflettere sul rischio in corso, queste le parole più recenti del pianoman: “La comunità musicale è sempre stata rapida nell’adottare nuove tecnologie, ma l’adozione di questa eccezione al diritto d’autore distruggerebbe la leadership del Regno Unito che è stata conquistata con fatica”.
Infine. Invitando a “proteggere la risorsa naturale più importante del Regno Unito”, la News Media Association, promotrice di questa iniziativa, ritiene che “senza remunerazione, le nostre industrie creative semplicemente non sopravviveranno”. A dicembre, il primo ministro Keir Starmer aveva assicurato a una commissione parlamentare che le industrie creative erano molto importanti. “Penso che dobbiamo essere equilibrati, ma credo anche che abbiamo un’incredibile opportunità” con l’intelligenza artificiale. Parole sue, che non sono proprio musica.