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Carlo Cafiero, Storia d’Amore e d’Anarchia

La Svizzera italiana al centro della biografia ‘sentimentale’ del rivoluzionario anarchico. Valerio Lisi la presenta il 23 gennaio a Locarno in Biblioteca

A sinistra, la Baronata. A destra, Cafiero
(Wikipedia)
22 gennaio 2025
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Giovedì 23 gennaio alle 18.15, alla Biblioteca cantonale di Locarno, il saggista Valerio Lisi presenterà il suo nuovo libro ‘Svanire d’amore e d’ideale. Inchiesta storica sullo svanimento di Carlo Cafiero’ (Les Flaneurs Edizioni, 2024). La storia delle emozioni e dei sentimenti, innegabilmente molto fiorente negli ultimi anni, rappresenta un campo di ricerca innovativo che parte dal principio che i sentimenti e le loro espressioni non sono acquisiti e richiedono un apprendimento e una successiva elaborazione dinamica comportamentale.

In questa prospettiva, Valerio Lisi presenta nel suo ultimo saggio una vera e propria biografia ‘emozionale’ o ‘sentimentale’ del rivoluzionario pugliese Carlo Cafiero (1847 – 1891). Lisi, infatti, ripercorre la vita sfortunata di Cafiero attraverso il prisma delle emozioni. Una vicenda che passa anche per il Canton Ticino. Nato a Barletta, da una ricca famiglia borghese, Cafiero inizialmente si avvicina al socialismo marxista, ma successivamente abbraccia le idee anarchiche. La sua conversione avviene a Locarno, grazie all’incontro con Michail Bakunin. È di questi anni l’esperienza della Baronata di Minusio, che Cafiero compra e riatta affinché il vecchio rivoluzionario russo possa soggiornarvi. L’esperienza della Baronata si tramuta in tragedia, rompendo l’amicizia tra i due uomini e prosciugando quasi l’intero patrimonio di Cafiero. È sempre nella Svizzera italiana, a Lugano, che avviene la frequentazione con Anna Kuliscioff, studentessa di medicina, politicamente impegnata, in fuga dallo Zar perché implicata nella deriva rivoluzionaria dell’esperienza populista russa. È invece in Val Maggia, a Prato Sornico, che comincia a dare i segni più evidenti del deterioramento della sua salute mentale.

È insomma il Canton Ticino che fa da sfondo principale alle drammatiche vicende raccontate nel libro. Valerio Lisi ha seguito le sue orme, percorrendo la Svizzera italiana in lungo e in largo, andando a scovare – con precisione millimetrica – i luoghi che hanno visto protagonisti Anna Kuliscioff e Carlo Cafiero.

Valerio Lisi, come è nata l’idea del libro?

Ho messo insieme svariate notizie nel corso degli anni mentre mi occupavo di Giuseppe Fanelli (la cui biografia sta per essere pubblicata). Nel gennaio 1877, proprio al funerale di Fanelli, Cafiero pronunciò parole di fuoco contro il governo, che furono attentamente ascoltate dal funzionario di polizia che era andato ad assistere di soppiatto e che si chiese cosa ci facessero dei rivoluzionari venuti non solo dall’Italia settentrionale ma anche dalla Russia: si può dire che da quel momento Cafiero divenne il nemico pubblico numero uno del governo italiano. Il pugliese non era un cospiratore alla Fanelli, ma un intellettuale prestato alla rivoluzione, un lunatico, sui generis. Un personaggio originale che coltivò interessi in svariati campi intellettuali e amicizie molto importanti, come quella con il grande pittore De Nittis; poi tramite quest’ultimo divenne intimo anche di Telemaco Signorini. Amava la pittura e per uno che visse alcuni anni a Firenze direi che ci sta. A Londra ammirò i pittori preraffaeliti. Lui stesso per passione fece anche il decoratore su porcellana.

Il libro parla di svanimento per amore...

Il termine svanimento è stato usato prim’ancora da Pier Carlo Masini e lo trovo assolutamente corretto. Cafiero non era pazzo, su questo vale la testimonianza della Kuliscioff su Critica sociale che parla di difficoltà di mettere in pratica gli ideali anarchici. Carlo e Anna si frequentarono nel Canton Ticino, a Lugano, solamente per pochissimo tempo tra il dicembre 1880 e il gennaio 1881, ma è la conclusione di un lungo “filo” – questa è la tesi del libro – iniziato a Zurigo nel 1872, quando la conobbe. Lei aveva diciassette anni ed era particolarmente attraente, lui ventisei, un bel ragazzo con l’aria da sognatore. Vedendola corteggiatissima, Carlo, che iniziava già a filosofeggiare teorie anarchiche, non si mosse. Di quella permanenza di quasi un mese a Zurigo a mio avviso gli rimase impressa quella figura magnetica.

Cafiero, come è noto, acquistò la Baronata a Locarno nel 1873, ma ci visse solamente nel 1874-1875, poi la abbandonò del tutto in attesa di venderla, cosa che avvenne nel 1879. Un anno dopo decise di andare a Lugano, e lo fa perché Andrea Costa – che aveva una relazione con la Kuliscioff – aveva scelto di buttarsi a tempo pieno nella politica tornando a Imola. Carlo tenta di entrare nelle grazie di Anna: da parte di quest’ultima c’è connessione intellettuale ma non attrazione chimica. Anna finirà per respingerlo. Questo rifiuto fa crollare Carlo che vede “svanire” tutte le sue speranze. Anna invece riuscirà a realizzare un antico sogno: la laurea in medicina.