Culture

Addio all’ultima Monuments Woman

È morta Motoko Fujishiro Huthwaite, una delle esperte internazionali che salvarono tesori d'arte e monumenti durante e dopo il secondo conflitto mondiale

Motoko Fujishiro Huthwaite (Monuments Men Foundation)
10 maggio 2020
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Addio all'ultima Monuments Woman: Motoko Fujishiro Huthwaite, un'americana di origine giapponese entrata nel gruppo di esperti internazionali che salvarono tesori d'arte e monumenti durante e dopo il secondo conflitto mondiale, è morta di Covid-19. Huthwaite aveva 92 anni e viveva in un centro di riabilitazione alle porte di Detroit.

In tutto circa 350 persone si impegnarono nel rischioso compito di tutelare le testimonianze del passato minacciate da bombe e saccheggi durante e dopo la guerra. Le Monuments Women, in tutto 27, furono una minoranza rispetto ai 318 Monuments Men, che contano in Richard Baranchik un solo sopravvissuto. La loro opera durante il conflitto è stata al centro di studi: oltre ai libri del petroliere Robert Edsel che George Clooney ha tradotto in un film del 2009 con Matt Damon, la straordinaria vicenda è narrata nel saggio "Venus Fixers" di Ilaria Dagnini Brey.

I Monuments Men, che al loro interno annoveravano anche alcune donne, erano originariamente un piccolo gruppo di archeologi, storici dell'arte e direttori di musei anglo-americani che nell'Europa travolta da eserciti in guerra lavorarono per salvarne il patrimonio artistico aiutando le autorità locali a nascondere quadri e statue ed evitando che diventassero il bersaglio di raid aerei alleati. Dopo la guerra il loro numero aumentò e lo sforzo fu soprattutto quello di rintracciare oltre quattro milioni di oggetti rubati dai nazisti e riportarli ai paesi di origine.

Nel Pacifico la missione fu di valutare il danno, prevenire saccheggi e agevolare le restituzioni. Molte opere non erano mai state viste in Occidente e fu necessaria una vasta opera di catalogazione. La Huthwaite entrò in scena: alla fine della guerra Langdon Warner, un amico di famiglia considerato l'ispirazione del personaggio di Indiana Jones e diventato consulente dei Monuments Men in Giappone, aveva incoraggiata Motoko, costretta a trasferirsi a Tokyo dopo Pearl Harbor, a farsi avanti. Nel ruolo di Monuments Woman la ragazza lavorò a tratti direttamente con George Stout, il fondatore del gruppo, interpretato nel film da Clooney sotto il nome di Frank Stokes.

Finita la guerra Motoko tornò negli Usa: messa di fronte alla scelta del passaporto tenere, chiese di tornare americana dopo aver studiato il suo albero genealogico: "Tutte le ragazze non avevano nome: bambina, bambina, bambina. Non contavamo. In Giappone contavano solo i maschi".

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