Culture

Nel mondo di Alis

Intervista a Onofrio Colucci, maestro di cerimonie di Le Cirque with the World’s Top Performers

Onofrio Colucci (Foto: Le Cirque Wtp)
22 marzo 2019
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Ad accompagnarci nel meraviglioso mondo di ‘Alis’, guidandoci per due ore di spettacolo tra le esibizioni di alcuni tra i migliori artisti di circo contemporaneo, sarà il maestro di cerimonie e direttore artistico Onofrio Colucci. Quello di Lugano – al Palazzo dei congressi il 29, 30 e 31 marzo prossimi; prevendita su ticketcorner.ch – sarà il debutto internazionale per ‘Alis’, ma il pubblico ticinese conosce bene Colucci per lo ‘Slava’s Snowshow’ che da una ventina d’anni porta in giro per il mondo. «È un po’ come casa dei parenti: bisogna tornare ogni tanto, per vedere che tutti stiano bene» scherza Colucci mentre lo raggiungiamo, telefonicamente, a Lisbona, dove si trova proprio per ‘Slava’s Snowshow’. «Slava (Polunin) è un po’ il mio mentore: ho iniziato, tantissimi anni fa, come suo partner, ‘sidekick’, e poi a un certo punto mi ha dato lo spettacolo in mano per portarlo in tour mondiale, anche perché, imboccata la via del successo, si trattava di una media di otto spettacoli a settimana: troppo, per cui cercava qualcuno con cui condividere queste repliche…».

Dopo Slava, qui a Lugano per Alis…

È uno spettacolo che nasce nella mia testa, nel mio cuore, con le ricerche, con le idee, con i desideri… il tutto poi arriva in scena dove virtualmente prendo il pubblico per mano e lo accompagno in questo viaggio fantastico nel mondo di Alice, di Alis. Il mondo delle meraviglie perché il circo è il luogo delle meraviglie, dove si vedono cose assolutamente meravigliose, dove si vedono persone assolutamente meravigliose.

Di ‘Alis’ è maestro di cerimonie e direttore artistico.

Sì, direttore artistico è una parola generica… ci sono tante mansioni in questo progetto, tra cui reclutare gli artisti in giro per il mondo, trovare il meglio nel panorama del circo contemporaneo. E devo dire che in sette edizioni abbiamo lavorato con più di 70 artisti provenienti da 13 Paesi: un impegno, anche perché vogliamo alzare sempre più l’asticella…

Ha evocato il circo contemporaneo: che cosa si intende? Il pensiero va subito al Cirque du Soleil, ma il vostro progetto è leggermente diverso…

Il Cirque du Soleil ha sempre avuto questa ambizione, cambiare l’idea di circo tradizionale “aumentandolo”, come si direbbe oggi, penso ai sintetizzatori al posto dell’orchestra, adesso è scontato ma 35 anni fa era la prima volta. E la cosa si è evoluta in uno spettacolo sempre più grande, sempre più imponente. Quando sono stato contattato da Gianpiero Garelli, il produttore di questo progetto, da una parte ho dovuto fare di necessità virtù, perché non avrebbe avuto senso scimmiottare il Cirque du Soleil. Ma dall’altra parte, avendo partecipato a tre loro produzioni, ho potuto vedere dall’interno come l’artista veniva relegato a un ruolo di quasi comparsa, rispetto all’impianto scenotecnico. E come artista non volevo ripetere questa che secondo me è un’ingiustizia: ho deciso di mettere al centro l’artista con le sue centinaia di ore di allenamento, di ossa stanche… da qui il nome del progetto: “Le Cirque with the World’s Top Performers”.

Parliamo un po’ di questi artisti che, mi pare di capire, non sono sempre gli stessi.

Sì, non è una vera e propria compagnia, sarebbe difficile anche dal punto di vista logistico, dal momento che gli artisti, queste punte di diamante hanno anche delle carriere difficili da coordinare. E non sarebbe neppure la natura del progetto: vogliamo sempre presentare cose nuove, reinventarci ogni volta. Ma ci sono degli artisti che sono con noi fin dall’inizio, delle colonne portanti, e lo dico con orgoglio. Ovviamente abbiamo Alis, la protagonista, Asia (Tromler, ndr) che ha iniziato a lavorare con noi quando aveva 17 anni ed è cresciuta moltissimo. Poi Yves Decoste con il suo numero di “mano a mano”: è un po’ il nostro talismano, perché ha fatto anche il primo spettacolo del Cirque du Soleil. Abbiamo poi Anatoliy Zalevskyy, riferimento mondiale dell’equilibrismo, quello che fa in scena non è solo incredibile, ma anche di una poesia che ti rapisce. Abbiamo poi dei ritorni: Dmitri Grigorov e Anastasiia Vashchenko, vincitori del Clown d’oro di Montecarlo qualche anno fa; i nostri artisti di ‘hoop diving’ Kai Hoo e lo svizzero Florian Zumkehr; Yenivatov Oleksandr, il nostro uomo rana con un numero di equilibrismo/contorsionismo… poi la musica, la voce e la sonorità di Rose Winebrenner e della ghironda di Guilhem Desq… per Lugano abbiamo voluto metterci l’abito buono.

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