Ticino7

Borgio Verezzi. Via dalla pazza folla

Storia ed emozioni sono le maggiori caratteristiche di questo piccolo centro nella provincia di Savona. Un dedalo di viuzze, profumi, sapori

(Wikimedia)
25 agosto 2018
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Come ve lo immaginate un borgo incantato, sì, proprio quello delle fiabe scaturito dai racconti d’infanzia? Con le abitazioni dalle pietre secolari incastonate su una collina, il mare all’orizzonte e la protettiva montagna fitta di boschi alle spalle? 

Così mi era apparso Verezzi, stregandomi fin dalla prima volta che vi sono approdata arrivando in auto dalla via Aurelia. Ma le emozioni erano appena iniziate. L’Hotel a conduzione familiare, dove ero diretta e di cui continuo a essere ospite, si trova a Borgio che insieme a Verezzi dà il nome al comune di Borgio Verezzi. Appunto. Mi imbattevo in un saliscendi di paesaggi mozzafiato, un trionfo di costruzioni di pietra rosa arrampicate qua e là e che via via scendono lungo il litorale borgese lasciando spazio agli agglomerati più recenti.

Piccoli piaceri

È uno dei volti più affascinanti della Liguria, genuino e per niente mondano, i cui lineamenti sono disegnati dall’intreccio di vicoli di acciottolato, caruggi e creuse tra i quali mi è sempre piaciuto perdermi. Osservare quelle case, legate insieme dagli antichi archi: se il tempo ha scrostato il loro intonaco, le ha risarcite con mistero e incanto. Così curate, con gerani sui davanzali delle finestrelle ornate da tendine di merletto e la sorpresa di un bricco del caffè dove dimora una piantina grassa. Ferri vecchi e attrezzi di legno appesi o sistemati con cura fra i vasi, seggiole impagliate, panchette e tavolini. Non c’è smartphone o camera sofisticata che possa restituire la malìa di queste piccole cose! 

Perdermi nel silenzio degli orti, nei profumi di ginepro, rosmarino, lavanda, timo, per non parlare dei limoni di cui Valentino (noto personaggio locale) non manca mai di regalarmi dei tralci quando ci incontriamo. Ed è proprio il nostro Valentino, appassionato di storia del luogo, che mi ha indicato le varie passeggiate e i sentieri che si inerpicano su per Verezzi e oltre. E Che mi ha fatto pure notare che la parte montana è la somma armoniosa di quattro differenti borgate: Poggio, Piazza, Roccaro e Crosa, dal tessuto architettonico rivelante l’influenza del Medio Oriente. Un legame fonte di miti e leggende. Il territorio era però abitato fin dal paleolitico, lo provano i resti umani trovati nelle caverne arenarie. Tuttavia i primi dati storici registrati riguardano la conquista romana avvenuta nel 181 a.C. e a unire sempre più Albiganeum e Veretium ci pensa poi il Medioevo nel muto timore delle incursioni saracene. Verso la fine dell’Ottocento il collegamento tra i due borghi avviene con la costruzione della strada carrozzabile, premessa per l’unificazione amministrativa del 1933 dell’attuale comune.

Dalle grotte alle stelle

Prima di arrampicarvi verso le alture vi invito a scendere per visitare le Grotte, scrigno di bellezza ipogea, che si aprono sotto il centro abitato di Borgio. Scendere sottoterra per poi risalire al cielo alla maniera di Dante. Su per i sentieri naturalistici, storici e botanici verso le pareti rocciose della Cava di Rio Fine o del Monte Caprazoppa per fare un pieno di ossigeno. Ci sono i sentieri che collegano Borgio a Verezzi e alle quattro borgate. Primo fra tutti quello che porta alla Piazza Sant’Agostino, terrazza naturale sospesa tra cielo e mare a vigilare dall’alto sulla Liguria.

Il mare? Sempre presente come una corroborante certezza. Personalmente lo gusto al mattino presto, camminando lungo il bagnasciuga quando la giornata è tutta azzurro e luce. Ma lo amo anche quando è un po’ arrabbiato e selvaggio e attendo l’impatto delle onde schiumose seduta sulla battigia. Tutto il litorale è un susseguirsi di spiagge, cale, insenature e anfratti dove fare il bagno e, per gli appassionati del genere, effettuare esplorazioni subacquee.

Si tratta quindi di un luogo bucolico, salutare e contemplativo, ma di una calma tutt’altro che piatta. Dal 1967 Borgio Verezzi è sede del Festival teatrale estivo e di altri eventi che richiamano personaggi dello spettacolo e della cultura da tutto il mondo. Volete che trovi un difetto in questo borgo? Difficile, tuttavia la ritengo una meta di vacanze da vivere in compagnia; meglio in coppia dunque per goderne il lato romantico, anche per una gita invernale. Non è esattamente un luogo per single.

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7 CONSIGLI
 
1. Cavità multimillenarie

Le Grotte di Borgio sono note anche per la vasta gamma di colori: dal bianco puro del carbonato di calcio al rosso bruno degli idrossidi di ferro, al giallo della limonite. Stalattiti lamellari che sembrano stoffe drappeggiate, stalagmiti a colonna, laghi dalle verdi acque e formazioni che paiono personaggi di un’incantata scenografia.

2. Mulino Fenicio

L’edificio eolico ha una particolare tecnica costruttiva con le pale all’interno che venivano mosse dal vento convogliato dalle feritoie aperte nella facciata. Ne esistono altri due esemplari (in Sicilia e in Spagna), ma quello eretto sul crinale del monte Orera è il meglio conservato.

3. Il Torrione

La struttura, inglobata nelle vecchie case del centro storico borgese, fu costruita nel 1560 quale torre difensiva contro «turchi e barbareschi», con la partecipazione corale di tutti gli abitanti e l’autorizzazione della Repubblica di Genova.

4. Chiesa di San Pietro

Edificata alla fine del secolo XVIII in stile neoclassico sull’area dove sorgeva il castello del XVI secolo, conserva opere di scultura sacra, tra le quali le statue lignee della Madonna del Rosario e di San Pietro, insieme a molti dipinti.

5. Piazza Sant’Agostino

Sul sagrato della chiesetta c’è il palco, mentre nella piazza-terrazza antistante si insedia la platea. Uno scenario naturale con la vista mozzafiato sulla costa e in alto il cielo stellato ritagliato dal profilo delle antiche dimore. Qui
si svolge il Festival Teatrale dal lontano 1967.

6. A tavola

Da segnalare il «Villa Ada Hotel Ristorante»:
in tavola verdure ripiene, grigliate di pesce, risotto di mare e deliziose polpette di acciughe (di cui lo chef Giovanni Costa mi fornisce la ricetta). «Il Cappero» è invece un locale d’atmosfera con terrazze dalla vista strepitosa. Interni ricavati dalle vecchie cantine a volta, pareti in pietra grezza dove si annidano le piante del cappero. Alto tasso di romanticismo da «Nettuno», per cenette in riva al mare con musica e luci soffuse per gustare la tartare
di palamita o le ostriche lampuga.

7. Cosa comprare

Fate un salto nella bottega «Da Casetta», azienda agricola che coltiva e lavora in modo biologico i prodotti della terra. Altrimenti
ci sono due boutique in Piazza Sant’Agostino
che accontentano i gusti più raffinati.