Fotografia

Numero dieci, la gioventù

Il decimo Verzasca Foto inizia il 30 agosto. Nato come una scommessa, oggi il festival è riconosciuto a livello internazionale

Una foto della mostra ‘Gioventù’ allestita nella Casa Azul di Gordola
(©Mariam Mtasariashvili)
29 agosto 2023
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Tutto è cominciato come una scommessa: la fotografia come materia di riflessione e pretesto per dare vita a un luogo di incontro per professionisti e appassionati, in una zona periferica come potrebbe esserlo l’alta valle. Tutto è cominciato dal basso, con una piccola squadra e con poche risorse. Era il 2014, quando nei primi giorni di settembre Sonogno ospita la prima edizione del Verzasca Foto Festival, che quest’anno festeggia la decima (dal 30 agosto al 3 settembre) intitolandola ‘Gioventù’.


© Kashayar Javanmardi
Premio Nera di Verzasca

Tempo di bilanci

Fondata nel 2013 dal fotografo Alfio Tommasini, Rico Baumann e Matilde Beretta, la manifestazione con il tempo si è guadagnata un posto nella mappa dei festival dedicati alla fotografia, nonché il riconoscimento della scena internazionale, grazie anche a una squadra che nel tempo si è allargata, contribuendo alla sua crescita.

Fra le sue peculiarità c’è quella di mettere in dialogo fotografia e territorio (che è fatto di persone) e fra i suoi propositi l’impegno ad ampliare il discorso sull’educazione – nel senso positivo del termine – all’immagine, al fine di rafforzare la sensibilità di là della fruizione consumistica e superficiale che se ne fa oggi, soprattutto attraverso i social media. «La crescita è stata naturale, in ogni edizione proposta fino a qui abbiamo messo tanta dedizione. I sentimenti, ora, sono molto positivi», afferma il direttore artistico Tommasini, anche se a ridosso dell’appuntamento annuale, ammette, è sempre difficile distinguere le emozioni per il cammino fatto e per ciò che accadrà da domani.

Con l’umiltà che lo contraddistingue, Alfio tira le somme dei primi dieci anni dedicati con passione al “Verzascafoto” (una parola sola) non a caso dedicato alla ‘Gioventù’: «Più che celebrarci, in questo decimo anno ci è sembrato importante ricalcare l’idea con cui siamo partiti, cioè accogliere il lavoro di fotografi giovani (nazionali e internazionali, ndr)», dando loro la possibilità e lo spazio per farsi conoscere. Ma non solo: da allora, sono tanti i ragazzi che si sono uniti al festival contribuendo alla sua realizzazione. Insomma, si diventa grandi sospinti da vento fresco: «Questo è motivante e dà prospettive per il futuro», “con il sogno costante di sollecitare tutti, e in particolare i più giovani, a riflettere con noi sul significato delle immagini, per continuare, insieme, a sperimentare”, si legge nel comunicato della decima edizione.

Finestre sul mondo

Lo si accennava prima, un proposito rilevante della manifestazione è quello di sviluppare il discorso sulla sensibilizzazione all’immagine, soprattutto oggi, in cui la fruizione è vorace. Il messaggio del Verzasca Foto va allora in direzione contraria: invitando gli interessati a rallentare, salire in valle, in mezzo alla natura, per osservare con calma le fotografie esposte, che spesso sono finestre sull’altrove, su storie e persone lontane. Perché, rispetto ad altre forme d’arte visuale meno “accessibili”, la fotografia ha dalla sua l’immediatezza (laddove non sia concettuale) dell’immagine, arrivando dritta al punto e mettendo in moto la curiosità e la riflessione.


© Kelly Ledezma

‘Quant’è bella giovinezza’

Il festival, nel corso degli anni, si è anche espanso geograficamente, diventando “un affare di valle” che coinvolge diverse realtà sul territorio. Partito da Sonogno, si è mosso lungo la Verzasca, esponendo in diversi luoghi come Lavertezzo, Brione Verzasca e Gordola dallo scorso anno, dove c’è la villa d’epoca ribattezzata ‘Casa Azul’ che è sede della Casa della fotografia: «Uno spazio per tutto l’anno, pensato anche per un pubblico più locale», che può essere il trait d’union fra il piano e la valle, fra le attività puntuali e il festival.

E proprio la Casa Azul ospiterà l’allestimento della mostra ‘Gioventù’ che propone i lavori di una decina di fotografi svizzeri e internazionali che raccontano storie di giovani. L’inaugurazione dell’esposizione si terrà venerdì 1° settembre, dalle 17, e sarà visitabile durante i fine settimana, fino a ottobre, dalle 10 alle 18.

Salendo, alla Cà Nòv di Gerra è allestita la mostra ‘Memorie e immaginazioni’, con il lavoro della fotografa svizzera Nathalie Bissig. Arrivando a Sonogno, il bosco della Valle Redorta è luogo dell’allestimento a cielo aperto con le fotografie dell’iraniano Khashayar Javanmardi, vincitore del Premio Nera di Verzasca. Fra il nucleo sonognese e la Redorta, espongono quindi gli artisti in residenza che provengono da diverse parti del mondo: Egitto, Bolivia, Colombia, Myanmar e Svizzera.

Il programma dei cinque giorni di festival è nutrito, segnaliamo ancora la Notte della fotografia, divenuta tradizionale, che si svolgerà sabato 2 settembre in piazza a Sonogno. Si parte alle 17 con la visita guidata alle mostre all’aperto, seguita dalla cena popolare con polenta, proiezioni e concerto del gruppo La Combi (la serata proseguirà al Grotto Efra con dj Shin). Perché la radice della parola festival è festa e il Verzasca Foto è anche luogo di incontro, scambio, musica e convivialità.

Dettagli circa le attività e le informazioni per l’alloggio sono consultabili su www.verzascafoto.ch.


© Matteo Trevisan

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