Arte

Vincenzo Vela ‘Disegna come scolpisce’

Un convegno (‘Temi e studi a confronto’), un'esposizione, un allestimento site-specific e la musica di Marco Santilli. Il 25 e 26 agosto a Ligornetto

Vincenzo Vela (1820-1891) Giuseppe e la moglie di Putifarre, 1855-65, inchiostro di china su carta, 167 x 170 mm
(Museo Vincenzo Vela / Mauro Zeni)
16 agosto 2023
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In occasione del convegno ‘Vincenzo Vela. Temi e studi a confronto’, che prenderà il via il 25 agosto, a chiusura della prima giornata di lavori, dalle 18.30 alle 19.30 verrà aperta al pubblico l’esposizione ‘Disegna come scolpisce. Fogli scelti dalla collezione del Museo Vincenzo Vela (25.8-5.11.2023)’, alla presenza delle curatrici Gianna A. Mina, direttrice del Museo e della storica dell’arte Marie Therese Bätschmann. L’esposizione consente di scoprire alcuni aspetti della produzione grafica di Vincenzo Vela, soprattutto con riferimento alle preferenze formali dell’artista in questo ambito. Di questo nucleo di opere, circa 320 fogli sono attribuiti allo scultore, di cui una sessantina bifacciali. L'intento delle curatrici è, in sintesi, quello di proporre una disamina metodologica su come la produzione grafica dell’artista sia in diretta relazione con il suo lavoro tridimensionale di scultore e plasticatore, suggerendo l’influsso di quest'ultima attività su quella di disegnatore.

Si apre sempre il 25 agosto, per durare fino al 5 novembre 2023, l'allestimento site-specific ‘Raccolta’, dell’artista locarnese Laura De Bernardi, classe 1970. Si tratta di un ‘grande taccuino’ composto da forme realizzate negli ultimi dieci anni di lavoro, forme tridimensionali che l’artista compone e alterna con elementi raccolti nei giardini del mondo, incluso il vasto giardino del Museo.

Chiuderà il convegno, il 26 agosto alle 18, l’esecuzione in prima assoluta della composizione ‘Repetita iuvant’, una suite in 5 movimenti firmata da Marco Santilli, nata dalla contemplazione dell’opera di Vincenzo Vela e composta per la formazione clarinetto-chitarra. Detto con parole di Santilli, “volevo creare qualcosa in linea con il verismo dello scultore, con il suo linguaggio efficace, privo di ghirigori e dettagli stucchevoli. È un elogio alla musica e all’arte che non necessitano di parole. Note quindi dedicate alla capacità di sintesi e a quel silenzio indispensabile alla contemplazione”.

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