Arte

Falsi Modigliani, processo rinviato a gennaio

Iniziato, e subito rinviato, il processo per i 20 dipinti sequestrati mentre era in corso una mostra, curata da Rudy Chiappini, a Palazzo Ducale a Genova

Un (autentico) Modigliani all'Hermitage di Losanna (Keystone)
22 settembre 2020
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È iniziato ed è stato subito rinviato al 21 gennaio il processo per i falsi Modigliani, i 20 dipinti attribuiti al maestro di Livorno sequestrati mentre era in corso una mostra a Genova a Palazzo Ducale. A processo, per truffa, falso e contraffazione di opere, ci sono sei persone: Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira, che imbastì la kermesse; Joseph Guttman, mediatore originario dell'Ungheria con base a New York e proprietario di molte delle opere sequestrate; il curatore Rudy Chiappini, già direttore del Museo d'arte moderna di Lugano e attuale direttore dei servizi culturali della città di Locarno; Nicolò Sponzilli, direttore mostre Skira; Rosa Fasan, dipendente Skira; Pietro Pedrazzini, scultore svizzero, proprietario di un "Ritratto di Chaim Soutine" che agli occhi degli investigatori piazzò come autentico pur sapendolo finto.

Gli accertamenti scattarono nella primavera 2017, a mostra in corso, dopo la denuncia del critico Carlo Pepi, e fra i testimoni-chiave viene individuato l'esperto francese Marc Restellini che puntò subito il dito contro Guttman. Le perizie hanno stabilito che 20 opere, un terzo di quelle esposte, erano false. Secondo gli investigatori, attraverso l'esposizione alla mostra si voleva rendere autentiche delle opere false in modo tale da acquisire una maggiore quotazione e rivenderle a prezzi stellari nel centenario (caduto quest'anno) della morte di Modì. Per i legali degli imputati, invece, le opere sono autentiche.

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