Arte

Follie da un altro mondo

Un inedito, inquietante, romanzo di Edogawa Ranpo

5 aprile 2019
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L’incontro tra la cultura occidentale e quella giapponese produsse, a partire dell’epoca Meiji, una serie di ibridazioni e di conflitti interiori nel mondo letterario che portò alla nascita di una letteratura meravigliosa e sofferta, un intero universo da scoprire, vicino e lontano allo stesso tempo dal nostro modo “europeo” di leggere e di vedere il mondo.
Edogawa Ranpo, il cui vero nome era Hirai Taro, uno dei padri della suspense giapponese, appartiene a questo mondo sospeso, “fluttuante” tra la tradizione nipponica e gli influssi occidentali, in particolare quello di Edgar Allan Poe, cui si ispirò sia per la scelta del suo nome d’arte, che ne è appunto una trasposizione fonetica, sia per le tematiche e i soggetti dei suoi numerosi romanzi e racconti.
Quello che vi consiglio oggi, La strana storia dell’Isola Panorama, appena tradotto per Marsilio, risale al 1926. In esso troviamo perfettamente miscelate le inquietudini del Novecento, le venature gotiche del Romanticismo europeo, la ricerca della bellezza che fu propria del Rinascimento italiano, l’utopia Sei-Settecentesca, l’orrore (sopra)naturale delle generazioni di scrittori del New England, le allucinazioni e le oblique visioni del Giappone moderno.
Inquieto e disturbante, sospeso tra il Mattia Pascal pirandelliano e il doppelgänger di Poe, il romanzo di Ranpo è una metafora dell’umanità dei nostri tempi, che soccombe ai propri desideri, che mascherandosi si finge ciò che non è, che pone se stessa al di sopra della Natura e vuole mutarla a propria immagine. Altro non vi posso dire. Leggetelo.

La strana storia dell’Isola Panorama
di Edogawa Ranpo
Marsilio, 2019
186 pagine

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