Culture

L'anno di Mario Venuti

Mario Venuti
(Giuseppe Mazzola)
24 novembre 2017
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A Giubiasco ci sono 10 gradi in meno della sua Catania, non ci sono aranceti e il mare più vicino in linea d’aria è il porto di Genova. Il vento che soffia dalla Morobbia non preoccupa Mario Venuti, salito al nord per presentare il Concerto per l’infanzia del prossimo 9 dicembre a Locarno (Palazzetto Fevi, ore 20.30, biglietteria.ch). La lunga lista di cantautori chiusa lo scorso anno dal milanese doc Fabio Concato si riapre con «un milanese mancato». Autodefinizione di Venuti. «Feci un tentativo negli anni Duemila – racconta il cantautore - comprando un appartamento per andare a starci più o meno stabilmente. Diciamo che non sono riuscito a mettere radici. Le radici si mettono quando sei più giovane. Ho provato a viverci, poi ho gettato le armi».

Venuti porta a Locarno il tour di “Motore di vita”, album di uno che ha sempre scritto in punta di penna, anche nei momenti più popolari. E visto che il concerto è per l’infanzia, gli chiediamo della sua. «Sono stato un bambino timido, chiuso in casa a leggere, o a dipingere. L’apertura verso l’esterno me la sono conquistata anno dopo anno. Ci sto ancora lavorando». In epoca in cui in molti si rinnegano, buttandola nell’indie o nel jazz, Venuti si è definito “orgogliosamente pop”. Perché «se Elton John è pop, se i Beatles sono pop, se Bowie è pop…». Per dire che «il pop è una forma d’arte molto nobile. In 3 minuti e mezzo si può condensare un mondo».

Non a caso, tornando all’infanzia, tra i suoi idoli c’era proprio «Elton John, quello dei primi anni 70. Ricordo che la parte centrale di ‘Tumbleweed Connection’ si era scollata e io premendo sui bordi della copertina formavo una specie di cono di cartone nel quale mettevo la bocca e un orecchio. Con l’altro orecchio ascoltavo il disco che suonava. Era il microfono rudimentale con il quale ho imparato a cantare». Tra i suoi idoli letterari, «Arsenio Lupin. Mi piaceva la serie tv, sono andato a leggermi i libri». Nel live Venuti recupera ‘Amore di plastica’ – «l’ho scritta con Carmen (Consoli, ndr.), è la swingin’ Catania degli anni ‘90» – e su disco fa lo stesso con ‘Non è peccato’ (scritta nel 2005 per Syria). Ora, il verso “Nessuno si stupisce se un uomo ama un altro uomo”, il suo autore, lo canta da sé. E lo stupore oggi «dipende dai luoghi. In certi posti è proprio omofobia. Fa una certa differenza essere a Parigi o a Londra, ed essere invece in Russia o in Cecenia, dove ti scannano».

Il nuovo singolo è da pochi giorni ‘Lasciati amare’, ballad sanremese nella migliore accezione possibile. Sommando il “sanremese” col fatto che Venuti è al lavoro con Luca Chiaravalli (produttore che sta a Sanremo come Nek al 2° posto e Gabbani al 1°), la domanda nasce spontanea. E la risposta è: «Io una canzone a Baglioni l’ho data. Vediamo...». “La cassa batte come il cuore fa”, cantava l’artista in ‘Caduto dalle stelle’, singolo precedente dalla pulsazione dance. «Il cuore è sempre più difficile farlo battere. Il disincanto è in agguato. Ma ci sono cose che prima davi per scontate e che adesso te lo fanno battere. È il pregio dell’età». Il video è girato a Catania, suo quartier generale, dove tutto scorre come un tempo: «Non sono troppo dentro il music business, ammesso che ancora lo si possa chiamare business. Mi tengo ancora distante il giusto, per preservare una certa libertà creativa».

A Giubiasco si parla anche di talent, come al bar si parla di calcio. Mario conviene sul fatto che «i concorsi sono sempre esistiti». E i Denovo, che nel 1982, prima di mordere, passarono per il contest "Il rock italiano mette i denti" ne sono una prova. Ma una prova parziale: «allora ci s’iscriveva con materiale originale. Nei talent la componente autoriale non è parte del gioco, e questo m’interessa meno. M’interessa più quello che si canta e meno come lo si canta. Essere solo bravi non basta. Se avessero esaminato Jovanotti in un talent, non avrebbe passato le selezioni. Problemi di dizione, non certo il più intonato di tutti. E invece Lorenzo è sulla scena da più di 20 anni perché ha idee. Ecco, facciamo il talent delle idee, più che delle voci».

'Il Concerto per l'infanzia', nove edizioni in nome dei bambini

Il nono Concerto per l’infanzia si deve allo forzo congiunto di Arte della Solidarietà, Pro Juventute, Afdm, Atfa, Agp e Gruppo 20 novembre. I fondi raccolti vanno ad associazioni che in Ticino lavorano nel campo della protezione dell’infanzia. Il prezzo d’entrata è di 55 franchi (apprendisti, studenti, beneficiari di rendite Avs/Ai: 35 franchi). Oltre a biglietteria.ch, questi i punti prevendita: Libreria Leggere (Chiasso), Libreria dei ragazzi (Mendrisio), Il Botteghino e Libreria Voltapagina (Lugano), Pinguis (Bellinzona), Music City Soldini (Locarno), Eco libro (Biasca). Informazioni: 079 444 27 94.

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