Culture

Genova, maxisequestro di Modigliani: coinvolto Rudy Chiappini

(Tatiana Scolari)
15 luglio 2017
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Mostra chiusa in anticipo, tre persone indagate e 21 opere di Amedeo Modigliani sequestrate nell'ambito dell'inchiesta della procura di Genova sui presunti falsi esposti Palazzo Ducale. Fra gli indagati anche Rudy Chiappini, curatore della mostra e responsabile servizi culturali della città di Locarno. Le accuse sono di falso in opere d'arte, ricettazione (perché le opere sono arrivate dall'estero) e truffa (nei confronti dei visitatori perché la mostra era a pagamento).

Chiappini: "mi sento parte lesa"

"In tutta questa vicenda io comunque mi sento parte lesa", dice all'Ansa Chiappini. "Alla mostra sono stati esposti soltanto lavori che possono contare su una storia precisa e documentata. Dipinti e disegni noti, accettati finora senza alcuna riserva dalla comunità scientifica internazionale".

"E' bene precisare con fermezza che questa non è stata l'occasione per proporre nessuna nuova attribuzione, ma sono state selezionate opere già ampiamente conosciute per la loro presenza nei cataloghi ragionati, per la loro storia espositiva e per la bibliografia che le accompagnava. Da parte mia non posso che garantire l'assoluta professionalità e correttezza del mio operato."

Il sindaco di Locarno: chiesto un rapporto sull’accaduto

Sull’accaduto ecco il parere del sindaco di Locarno, Alain Scherrer : «È una questione della quale eravamo stati messi al corrente da Rudy Chiappini stesso già un po’ di tempo fa. Stamane, appena diffusasi la notizia, lo stesso Chiappini mi ha subito contattato per spiegarmi di essere sulla lista degli indagati nell’ambito di un’indagine che ha portato al sequestro di ventuno quadri di Amedeo Modigliani. Mi è parso molto tranquillo, afferma di avere agito con correttezza e professionalità. Della vicenda è stato messo al corrente pure il capo dicastero, Giuseppe Cotti. Di comune accordo gli abbiamo chiesto di prepararci un rapporto sull’accaduto. Rapporto che poi discuteremo nella seduta di Municipio di martedì prossimo. Con i colleghi dell’Esecutivo, i quali saranno opportunamente informati di queste accuse che coinvolgono il responsabile dei nostri servizi culturali, prenderemo in seguito una posizione ufficiale»

L'esperto: "anche un bambino avrebbe potuto accorgersene"

Non è d'accordo il collezionista d'arte Carlo Pepi, dal cui esposto è partita l'inchiesta, affidata ai carabinieri del nucleo operativo tutela patrimonio culturale di Roma, contestando l'autenticità di 13 opere:  "Nella mostra su Modigliani a Genova c'erano opere false in modo talmente palese, che anche un bambino avrebbe potuto accorgersene." 

"Non mi meraviglia affatto, oggi, scoprire che non solo 13, ma ben 21 dipinti sono finiti nel mirino perchè probabilmente non originali. Quando ho avuto modo di vedere la mostra sono rimasto sbigottito - racconta - attaccati alle pareti c'erano lavori platealmente, drammaticamente, prepotentemente falsi. E nemmeno pochi, tra l'altro. Ho iniziato a dirlo in giro, a denunciarlo; ma per mesi hanno fatto tutti i pesci in barile. Intorno a me restava solo un totale, imbarazzante silenzio. Poi mi sono rivolto all'Ansa (il 22 maggio, ndr), la notizia ha iniziato a girare, ed evidentemente, come dimostrano i fatti di oggi, le mie perplessità non erano infondate".

Le croste: nature morte e 'Nudo rosso'

Tra quelle che definisce 'croste' manifeste, Pepi include "le nature, morte, a lui cointestate insieme a Kisling. Hanno un tratto talmente rozzo che non avrebbero mai potuto esser state vergate da Modì, nemmeno a metà. Per non parlare - insiste il collezionista - del cosiddetto 'Nudo rosso': una tela del tutto del tutto priva dell'intensità vibrante, volumetrica, emotiva, così tipica di Modigliani".

I quadri contestati da Pepi e poi da Marc Restellini sono: "Cariatide rossa/Gli sposi", "Ritratto di Chaim Soutine", "Nudo disteso (Ritratto di Celine Howard)", "Testa di donna-Ritratto di Hanka Zborowska", "Ritratto femminile" e "Ritratto di Maria" nonché il disegno "Ritratto di Moise Kisling".

Adesso Pepi vorrebbe, come spiega, "poter accedere a tutto il patrimonio della mostra, in modo da poter verificare, con tanta pazienza, se di falsi ve ne siano altri, meno visibili di quelli già emersi. Credo che ci sarebbe da divertirsi", ironizza. "E pensare - conclude - che gli organizzatori della mostra, quando le mie critiche ormai erano diventate di dominio pubblico, hanno avuto l'ardire di difendere i quadri incriminati sostenendo che erano stati accolti in precedenza nell'ambito di altre importanti mostre. Oggi questo dato, lungi dall'esser stato una buona difesa, getta ombre su tutto il sistema espositivo".

Ora i rilievi scientifici

Il sequestro delle 21 opere, la metà di quelle che facevano parte della mostra, è finalizzato a una serie di rilievi scientifici che saranno eseguiti la prossima settimana. Verranno tra l'altro prelevati campioni delle opere di cui poi saranno analizzati i pigmenti per risalire alla datazione corretta dell'opera. Secondo quanto trapela da palazzo di giustizia, anche l' esperta Isabella Quattrocchi, nominata dai pm che indagano, avrebbe sollevato forti dubbi circa la veridicità delle opere in questione. In precedenza, una esperta incaricata dai carabinieri, Mariastella Margozzi, aveva confermato la tesi di Pepi.

Palazzo Ducale: Chiappini "curatore riconosciuto"

Intanto, gli organizzatori di Palazzo Ducale fanno quadrato attorno a Chiappini: "MondoMostre Skira ha scelto un curatore, Rudy Chiappini, per oltre 20 anni direttore del Museo d'Arte di Lugano, curatore riconosciuto di mostre di respiro internazionale, tra cui anche su Modigliani, e mai in alcun modo discusso dalla comunità scientifica" spiega in una nota Palazzo Ducale. "Per questo Palazzo Ducale ritiene di aver operato con i tradizionali criteri di prudenza e di attenzione sia con l'individuazione di un partner di grande esperienza internazionale (nei confronti del quale e del suo presidente Massimo Vitta Zelman, alla luce della positiva esperienza maturata negli anni, non può che esprimere piena fiducia) sia accettando una curatela scientificamente riconosciuta. Palazzo Ducale conferma la propria fiducia nella magistratura e si riserva di tutelare in ogni sede i propri diritti e la propria immagine".

Del resto, quando l’inchiesta era deflagrata un mese fa, gli organizzatori in una conferenza stampa, avevano spiegato che le opere esposte "sono tutte di sicura attribuzione al pittore livornese". Non solo. In procura era stato depositato un dossier di 90 pagine, in cui i curatori ribadivano l’autenticità basandosi su mostre precedenti di importanti istituzioni come il Centre Pompidou, il Museo di San Paolo o la grande antologica al Vittoriano nel 2006 e portando a supporto decine di expertise e i cinque cataloghi su Modigliani pubblicati tra il 1956 e il 2012.

Gli altri indagati

Le altre due persone indagate sono proprio un curatore di MondoMostre Skira, la società che ha curato l'evento, e un collezionista di fama internazionale proprietario di alcuni dipinti.  Nei prossimi giorni i tre indagati riceveranno l'avviso di garanzia e non è escluso che possano essere interrogati dagli investigatori.

Oggi, fuori dai cancelli del Ducale numerosi visitatori hanno dovuto fare dietrofront davanti al cartello che annunciava la chiusura anticipata. Per loro è previsto il rimborso del biglietto, ma in tanti hanno manifestato la delusione per quanto successo. (Ansa/red)

 

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