Culture

Accordo Osi-Ssr, la firma di Roger de Weck

7 aprile 2017
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«È stata una trattativa difficile, anche per il contesto finanziario difficile che la Ssr sta affrontando» ci spiega il direttore generale della Ssr Roger de Weck, a Lugano per firmare la nuova convenzione tra l’Orchestra della Svizzera italiana e la Società svizzera di radiotelevisione. «Alla fine abbiamo raggiunto un buon compromesso, un accordo solido che permette sia all’Osi, sia alla Ssr di andare avanti».

Con il nuovo accordo, la Ssr si impegna ad acquistare, per un importo di circa due milioni di franchi l’anno, 90 “servizi orchestrali” (che scenderanno a 80 dopo due anni).

Roger de Weck, non si poteva mantenere il vecchio sistema, aggiustando eventualmente l’importo, invece di questo ‘contratto di prestazione’?
Credo che il nuovo sistema sia più chiaro: noi operiamo con i soldi che le svizzere e gli svizzeri ci danno con il canone, e in questo occorre la massima trasparenza. Adesso abbiamo un contratto più semplice, di lunga durata (fino al 2023 o 2025, a seconda dell’acquisto degli studi di Besso da parte del Cantone, ndr) e che stabilisce con precisione l’apporto finanziario della Ssr.

Con questa nuova convenzione, che di fatto riduce sensibilmente il sostegno all’Osi, non temete di dare l’impressione di una Ssr lontana e disinteressata alla realtà ticinese?
È un problema che riguarda tutte le regioni linguistiche, perché ogni regione vorrebbe avere di più dalla Ssr. Ma questo, semplicemente, non è possibile, soprattutto in un periodo di importanti risparmi.
Il tentativo è di mantenere un equilibrio. Siamo molto presenti nella Svizzera italiana, personalmente difendo sempre gli investimenti fatti dalla Ssr nella Svizzera italiana, rispondendo alle voci critiche che arrivano per esempio dalla Svizzera tedesca. “Perché tutti questi soldi a una regione così piccola?” dicono. Ma la ragione d’essere della Svizzera è che le regioni più piccole, e la loro cultura, hanno lo stesso valore di quelle più grandi.

(L'intervista completa sull'edizione di domani).

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