Culture

Lo scandalo dei biglietti secondari, Vasco non ci sta

Vasco
(©Ti-Press/Gabriele Putzu)
10 novembre 2016
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Vasco Rossi ha contribuito a scoperchiare definitivamente lo scandalo del “secondari ticketing”. E questo si è abbattuto su Live Nation, società che organizza grandi eventi e concerti in Italia. Dopo gli esposti contro il fenomeno del bagarinaggio online presentati dalle associazioni dei consumatori per i biglietti volatilizzati dei Coldplay (di cui vi avevamo riferito), dopo l'apertura di un'indagine della Procura di Milano per “sostituzione di persona” e “truffa informatica” su 30 mila biglietti dell'ultimo concerto di Bruce Springsteen a Milano lo scorso luglio, l'altra sera è arrivato anche un servizio delle Iene che ha messo all'indice Live Nation, che sarebbe coinvolta nella rivendita “secondaria” di biglietti per i concerti in Italia.

Vasco Rossi, tramite la società che si occupa dei suoi contratti, ha fatto sapere di avere “attualmente sospeso ogni rapporto commerciale con Live Nation e si riserva di agire per vie legali essendo totalmente estranea a quanto emerso dal servizio giornalistico”. Vasco e la sua società, insomma, sono fra i tanti a ritenere “che l'attività di secondary ticketing, altamente speculativa, è da tempo riconosciuta come dannosa non solo per il pubblico ma anche per gli artisti che a loro insaputa e loro malgrado si ritrovano per errore coinvolti”.

Si è detto “sconcertato, amareggiato e fortemente indignato” anche Tiziano Ferro. “Vorrei concedermi alla rabbia e all'istinto del momento ma la verità è che non posso. La mia priorità sono le circa 150 milapersone che hanno già deciso di esserci durante il mio prossimo tour. Mi è stato assicurato e garantito che Live Nation non ha mai, oggi come in passato, immesso miei biglietti sul mercato secondario”, ha aggiunto il cantante di Latina.

Marco Mengoni, da parte sua, impegnato nello show prodotto da Live Nation (lunedì prossimo a Lugano), si dissocia “completamente da qualunque forma di connivenza con il sistema di vendita illegale dei biglietti”. Ma ha specificato: “Lavoro con Live Nation dal 2014 e né io né il mio management abbiamo mai avuto alcuna evidenza di irregolarità nella vendita dei concerti. Attraverso i nostri legali stiamo facendo le opportune indagini per la tutela dei diritti del pubblico”.

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