
E' arrivato con la discrezione di E.T., sopra un palco-astronave triangolare come quella di Space Invaders, con niente da combattere se non le bordate d'affetto di un pubblico che riempie tutti i posti in pista, e buona parte dei seggiolini della Resega. Poco prima, negli spogliatoi, un poliziotto gli chiede un selfie, e noi una di quelle domande di rito sull'italiano in trasferta: “...mi sento svizzero, sono sempre qui!”. Nessun rimpianto, come direbbe lui, tranne uno “...oggi siamo un po' di fretta, non ho avuto tempo di andare a comperare i sigari in via Nassa, e mi dispiace un casino...”. Ha un sorriso per tutti, Pezzali, e con la maglia 75 registra un saluto ai tifosi dell'HC Lugano, per la disperazione di Luca, fan dell'Ambrì.
Giacca, jeans, t-shirt Gotthard e cappellino, Max riappare alle 21 a bordo dell'ultimo cd “Astronave Max” - “Come Bonnie & Clyde”, “E' venerdì” - annunciando che sul palco c'è una macchina del tempo: dal passato 883 tornano “Rotta x casa di Dio” e “Gli anni”, celebrate da un Max-schermo (visibile tra le sagome del suo nome a caratteri cubital-giganteschi) sul quale scorre del cinema anni 80/90, da “Stand by me” a “Sapore di sale”, passando per “Back to the future”. E quando, su “La dura legge del gol”, Grosso calcia l'ultimo rigore di Italia-Francia, la delegazione “Pavia c'è” alla sua sinistra e gli italiani della Resega alzano le braccia come a Berlino 2006.
Si rimbalza nel tempo tra il 2007 di “Sei fantastica” e il 2015 di “Sopravviverai”, tra il '93 di “Sei un mito”, il 2001 della bella “Come deve andare” e il 2004 di “Lo strano percorso”, per tornare al presente di “Fallo tu”, con Pezzali in versione femminile (una certa somiglianza con Alessandra Amoroso) sugli schermi ai lati del palco. Espletato l'omicidio dell'Uomo Ragno e rispettata “La regola dell'amico”, Max si spende nel lungo medley d'amore “Ti sento vivere/Come mai/Nessun dolore”: “...è tutto bello e romantico, ma anche due balle così...”, dice autoironico, e allora di corsa a “Nord Sud Ovest Est” e “Tieni il tempo”. Torna, il cantautore, per il bis acustico su “Nient'altro che noi/Io ci sarò/Eccoti” e “Niente di grave” (il momento tutto cuore dell'ultimo cd). Si va via su “Con un deca”, atto conclusivo di una serata più 883 che Pezzali, ricolmi di una certa positività che arriva dall'uomo, e dal personaggio. Nei pressi dell'uscita, due amiche dell'età dell'ultima canzone fanno discorsi esistenziali “...secondo me quando sono nata non piangevo, cantavo una sua canzone...”.