Con una mozione a Berna cofirmata anche da esponenti di Plr e Centro, i democentristi chiedono un cambio di paradigma: ‘Con l'Ufam troppe lungaggini’
Molta responsabilità sulla gestione del lupo e sull’arginare le predazioni è della Berna federale? L’Udc parte, o per meglio dire torna alla carica al Nazionale per chiedere una serie di modifiche di legge e alle relative ordinanze. Lo fa con una mozione del deputato alla Camera bassa Piero Marchesi, cofirmata anche da diversi deputati da vari cantoni nelle fila di democentristi, Plr e Centro, e lo fa con un chiaro obiettivo: “Concedere maggiore autonomia ai Cantoni nella regolamentazione degli abbattimenti dei lupi, eliminando la necessità di ottenere preventivamente l’autorizzazione dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam)”. Al riguardo, la richiesta è di “definire criteri chiari e vincolanti che i Cantoni devono rispettare nell’attuazione delle misure di regolamentazione, assicurando la compatibilità con le disposizioni nazionali e internazionali”. Per i Cantoni, chiede sempre la mozione Marchesi, va introdotto “un obbligo di redigere un rapporto annuale destinato al Consiglio federale, con il numero di abbattimenti effettuati, il rispetto dei parametri legali e altri criteri eventualmente stabiliti”. Infine, serve fissare “obiettivi chiari e misurabili per contenere il numero di lupi e la loro diffusione, prevedendo eventuali adeguamenti normativi in caso di problematiche nella gestione della specie”.
Nelle motivazioni della mozione si parte da un assunto: “La crescente presenza del lupo in Svizzera ha provocato un forte aumento delle predazioni – si legge infatti nel testo –, mettendo in seria difficoltà gli allevatori e l’intero settore agricolo, soprattutto nelle regioni montane”. Va da sé che, per Marchesi e cofirmatari, “il fenomeno preoccupa gran parte della popolazione, poiché il predatore si avvicina sempre più spesso, senza timore, alle abitazioni e ai centri abitati, anche durante il giorno”.
Finora, e torniamo alla questione delle responsabilità, hanno fatto discutere. Nel senso che, viene ricordato, “le attuali procedure per l’abbattimento dei lupi problematici richiedono un’autorizzazione preventiva dell’Ufam, con tempi di attesa – secondo i mozionanti – spesso troppo lunghi e decisioni talvolta negative, rendendo difficile una gestione tempestiva ed efficace della situazione”. Di conseguenza, è opinione dei proponenti che i Cantoni, più vicini alle realtà locali, “sono in una posizione migliore per valutare rapidamente e in modo adeguato le misure da adottare”.
Un quadro normativo “chiaro e vincolante a livello federale”, per il consigliere nazionale democentrista, “può garantire che l’autonomia concessa ai Cantoni venga esercitata nel rispetto del sistema di allevamento tradizionale, assicurando la sua continuità come raccomandato dalle Camere federali e dalla ‘Strategia lupo Svizzera’, senza ulteriori restrizioni e nel rispetto della biodiversità e della sostenibilità ambientale”.
Chiaramente, la Svizzera non sarebbe un’eccezione. Perché, si sottolinea nel testo della mozione, “a livello europeo la protezione assoluta del lupo prevista dalla Convenzione di Berna è stata recentemente allentata, di conseguenza si giustifica un allentamento anche a livello svizzero”.
Questa mozione, spiega a ‘laRegione’ lo stesso Marchesi, «sostenuta da molti deputati del centrodestra, vuole dare una risposta concreta e urgente ai nostri contadini di montagna, che si trovano in una situazione ormai insostenibile. Le loro attività sono messe a serio rischio da un predatore il cui numero è aumentato in modo esponenziale, causando perdite devastanti». Oggi, spiega ancora il deputato Udc al Nazionale, «le procedure di abbattimento sono troppo lente e burocratiche: spesso, quando Berna dà il via libera, i lupi si sono già spostati altrove, rendendo l’intervento inutile. Inoltre, alcuni Cantoni usano la necessità di chiedere preventivamente l’autorizzazione all’Ufam come pretesto per non intervenire. Con questa mozione, questa scusa non sarà più possibile: chi non agirà, lo farà per scelta e dovrà assumersene la responsabilità». Per Marchesi, in conclusione, «è inaccettabile lasciare i contadini in balia del problema senza strumenti efficaci per difendersi. Occorrono regole chiare: se ai Cantoni verrà concessa maggiore libertà d’azione come da noi auspicato, dovranno anche garantire il rispetto delle leggi e delle ordinanze».