L'utile raggiunge 83 milioni di franchi, il versamento al Cantone è di 60 milioni. Cieslakiewicz: ‘C'è da andarne fieri: lavoriamo per la collettività’
Per BancaStato dopo un 2023 da tutti definito come «irripetibile», il 2024 è stato «il secondo anno migliore di sempre». I conti del gruppo, infatti, mostrano un utile che ha raggiunto gli 83 milioni di franchi – in calo del 17,8% rispetto all'anno precedente, ma in crescita del 28,9% se paragonato al 2022 –, e un versamento al Cantone pari a 60,1 milioni di franchi – in calo del 7,6% rispetto al 2023, ma più alto di ben il 32,6% rispetto al 2022.
Anche per Axion Swiss Bank Sa è stato un 2024 da incorniciare. Il presidente della Direzione generale Marco Tini rimarca infatti come «con la crescita significativa dei gettiti commissionali Axion ha contribuito in maniera fattiva alla diversificazione delle fonti di ricavo del Gruppo. Anche la raccolta dei capitali è da un decennio consecutivamente in territorio positivo, ciò funge da cartina di tornasole della fiducia della clientela nei nostri confronti».
Risultati buoni e in progressione insomma, che tutti i presenti hanno anche ascritto alla guida di Bernardino Bulla, scomparso improvvisamente nel mese di gennaio, sia da presidente della Direzione generale, sia alla guida del Cda. Un pensiero a Bulla è stato dedicato anche dal direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta, nel commentare «con estrema soddisfazione» questi numeri. Per Vitta «il merito è all'impegno, alla dedizione e alla professionalità che il Gruppo BancaStato ha nel Dna. Utili di questo tipo non sono frutto del caso, ma del duro lavoro di un Istituto cantonale che oltre a versare cifre importanti al Cantone ha una valida capacità di sostenere il territorio, come definito dal mandato pubblico, favorendo lo sviluppo economico di tutto il Ticino e supportando anche diverse iniziative e manifestazioni».
La soddisfazione del presidente della Direzione generale di BancaStato Fabrizio Cieslakiewicz è evidente: «C’è da andare fieri di quanto abbiamo raggiunto – spiega infatti a ‘laRegione’ –. Sapevamo che i risultati non avrebbero eguagliato quelli irripetibili e da record del 2023, ma si sono rivelati ottimi e sono i secondi migliori risultati nella storia dell’Istituto». Sopattutto guardando ogni voce: «Prendendo in analisi il conto economico la nostra principale voce di ricavo, ossia il risultato da operazioni su interessi, ha superato i 262 milioni, calando del 4,2% rispetto al 2023 e registrando invece un aumento del 41% se paragonato al 2022. Nonostante l’abbassamento del tasso di riferimento da parte della Bns, l’aumento dei volumi creditizi e la strategia di rifinanziamento del Gruppo hanno consentito di preservare l’alto livello di redditività». Nel loro complesso i ricavi netti «si attestano a 351,6 milioni. Anche in questo caso in diminuzione, del 2,6%, rispetto al 2023 ma in crescita, del 33,5%, in confronto al 2022. A tali entrate – rileva Cieslakiewicz – si contrappongono costi di esercizio in aumento, prevalentemente a seguito delle misure predisposte per rafforzare la struttura organizzativa e di gestione del rischio in un contesto di crescita degli affari e di intensificazione dei requisiti normativi. Tutto ciò ha determinato un risultato operativo di oltre 146 milioni e ci ha permesso di tagliare il traguardo di fine 2024 con un utile di Gruppo di 83 milioni: il 17,8% in meno del 2023 ma il 28,9% in più del 2022. E questo nonostante un’ulteriore e cospicua attribuzione a riserve per rischi bancari generali di 60 milioni di franchi. Sono cifre importanti, di cui essere orgogliosi, così come occorre andare fieri del versamento finale alla Proprietà e dunque a tutti i ticinesi: parliamo di oltre 60 milioni».
La crescita dei crediti concessi, per Cieslakiewicz, «si innesta in una tendenza costante preesistente, determinata a mio avviso in primis da un sempre miglior posizionamento dell’Istituto agli occhi dei ticinesi, siano essi privati, aziendali o istituzionali: un segno per l’appunto della sempre maggiore fiducia che ci viene riconosciuta. Dall’altra parte vi sono stati fattori di mercato: nel corso del 2024 il mercato immobiliare è stato stimolato da un livello più basso dei tassi di interesse, dovuto all’allentamento della politica monetaria della nostra Banca centrale, e questo ha reso più favorevoli le opzioni di mutuo ipotecario».
Per quanto concerne invece il versamento al Cantone, «è uno degli aspetti più importanti e più visibili della nostra natura di Banca cantonale che agisce per il Ticino e per i ticinesi. In dieci anni abbiamo destinato alle casse cantonali oltre 440 milioni. Sapere di lavorare per la collettività è per noi estremamente valorizzante. Il nostro mandato pubblico prende tuttavia corpo anche in altre forme: dall’offerta di prodotti e servizi pensati per i ticinesi agli oltre 4,8 milioni per le sponsorizzazioni sul territorio, le quali sono per noi veri e propri investimenti per il territorio».
Al suo esordio – la nomina è stata recentemente approvata dalla Finma –, la presidente del Consiglio d'amministrazione Michela Ferrari-Testa si dice «ottimista che anche in futuro il Gruppo saprà rivelarsi una realtà all’altezza dei suoi proprietari, ovvero tutti i ticinesi. La Banca – prosegue Ferrari-Testa – ha lavorato duramente per raggiungere traguardi certamente ambiziosi ma mai scollati o sproporzionati rispetto alla sua natura e al suo scopo di Banca cantonale». Le strategie aziendali, che «sono suffragate dall’alto livello di professionalità e motivazione di collaboratrici e collaboratori, hanno finora posto l’Istituto nella condizione di crescere valorizzando le variabili di mercato positive e mitigando il più possibile quelle negative». Insomma, il quadro di crescite pluriennali «non è frutto del caso, come ricordato anche da Christian Vitta, e le prospettive per il futuro sono legate a doppio filo con la capacità di continuare tenacemente a migliorare, efficientare, consolidare e porsi importanti e ben ponderati obiettivi, garantendo sempre l’alta qualità dei prodotti e dei servizi offerti alla clientela. Guardo dunque al futuro con ottimismo e con la consapevolezza che il 2025, considerando i fattori esterni e interni, porterà presumibilmente a risultati in linea con quelli del 2022. In generale sono rincuorata dal fatto che la Banca può contare sulle risorse per affrontare le molte sfide del settore con la dovuta preparazione e la necessaria energia».
Ferrari-Testa siede già nei Cda di grandi aziende nazionali, è un'esperienza che può portare un valore aggiunto in BancaStato? «Sì, parallelamente al mio studio di avvocatura e notariato ho l’onore di far parte dei Cda del Gruppo Coop, dal 2006, e di Mobiliare Svizzera dal 2019. Dal 2007 al 2022 sono inoltre stata membra del Cda di Helsana Sa, assumendone la vicepresidenza nel 2014. Sono attività – risponde Ferrari-Testa – che mi hanno fornito un importante bagaglio che intendo mettere a disposizione di BancaStato. In primo luogo per adottare una forma mentale e un approccio altamente professionale per quanto riguarda l’analisi, la discussione e l’elaborazione di aspetti non solo connessi tra loro e complessi ma anche e soprattutto strategici e, in quanto tali, fonti di potenziali grandi cambiamenti e sfide per l’organizzazione».
Tutto ciò viene svolto «alla luce di una visione strategica e della capacità di interagire con le figure chiave, siano esse interne o esterne all’organizzazione, che si relazionano con il Cda. Dagli altri gremi porto in BancaStato anche un sano confronto su molte tematiche e sfide comuni. Un esempio in tal senso? Sia le assicurazioni sia le banche concentrano molti sforzi nella digitalizzazione e nell’adeguamento e nella conformità dal punto di vista normativo e di compliance. Vi è anche la consapevolezza che le proprie decisioni possono avere grandi impatti sui clienti e sulla comunità in cui si opera, e il profondo senso di responsabilità che ne deriva».