La Sezione amministrativa del Decs replica alle considerazioni di Caruso, ex docente della Spai di Mendrisio, apparse sul sito del ‘Fatto Quotidiano’
“Accuse non circostanziate e non motivate di nepotismo e/o favoritismo che potrebbero insinuare un dubbio sulla serietà e la professionalità del processo di selezione messo in atto annualmente per operare le assunzioni del personale docente nelle scuole cantonali ticinesi”. Sono diversi i puntini sulle ‘i’ che mette la Sezione amministrativa del Decs, il Dipartimento educazione, cultura e sport, in replica al contributo – apparso nei giorni scorsi sul sito web del giornale italiano ‘Il Fatto Quotidiano’ – firmato dall’ex docente della Spai di Mendrisio Roberto Caruso e da Antonella Rainoldi. Il docente di elettronica, lo ricordiamo, era finito al centro delle cronache per via della vertenza legale con la direzione dell’istituto scolastico. Prima esonerato e sospeso con effetto immediato dalle sue funzioni, Caruso è poi stato licenziato. Un caso che ha anche dei risvolti penali. In autunno Caruso ha infatti depositato davanti alla Procura una querela nei confronti di alcuni funzionari e ignoti del Decs. L’insegnante è inoltre in attesa della decisione del Tram, il Tribunale cantonale amministrativo, sulla liceità del licenziamento.
Ma veniamo all’intervento dai toni duri di Caruso sul ‘Fatto Quotidiano’. “Nelle scuole ticinesi – denuncia l’insegnante sul sito del giornale italiano – i posti si apparecchiano, non si vincono”. E spiega: “La scuola ticinese è una grande famiglia, in cui il sangue fa premio sulla competenza e l’appartenenza sul merito. In assenza di legami di parentela o di affiliazione (politica, di clan: poco fa la differenza), il vincolo dell’obbedienza li sostituisce”. Secondo Caruso, “512 dei circa 6mila docenti attivi nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado sono sprovvisti delle qualifiche necessarie per l’insegnamento”. L’altra faccia della medaglia, sempre stando a Caruso, sarebbe che i “docenti in possesso dei titoli richiesti (anzi, più dei titoli richiesti)” sarebbero “costretti a cercare soluzioni altrove”. Non solo. “Chiedere quali siano i motivi per cui la scelta è ricaduta su un altro candidato meno o per nulla qualificato – sostiene sempre l’ex docente della Spai – significa aprire la strada a un contenzioso giuridico dispendioso. Per giunta è chiamata a deliberare in prima istanza la stessa istituzione che decide i concorsi. Se poi il diritto alla critica di un docente attivo viene interpretato come lesa maestà, il rischio di un licenziamento motivato dalla rottura del rapporto di fiducia per ragioni soggettive è reale”.
La Sezione amministrativa del Decs però non ci sta e, da noi sollecitata, replica. E lo fa “a tutela del buon nome e della reputazione delle numerose professioniste e professionisti, docenti inclusi, che operano quotidianamente con serietà, impegno e professionalità a favore delle allieve e degli allievi della scuola ticinese”. Mano alla Lord, la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti, illustra quindi: “L’assunzione dei docenti cantonali, così come quella del personale amministrativo dello Stato, avviene in ossequio a quanto previsto dalla Lord. Questa prevede la possibilità di assumere dipendenti tramite nomina (vedi articolo 7 e seguenti) oppure tramite incarico per un periodo di tempo determinato (articolo 15 e seguenti) sulla base del concorso pubblico pubblicato annualmente sul Foglio ufficiale”. L’incarico limitato, chiarisce dunque, “viene attribuito dal Consiglio di Stato ad esempio quando, in difetto di concorrenti che dispongono di tutti i requisiti richiesti, per assicurare l’insegnamento in una classe che altrimenti rimarrebbe senza docente, ad esempio per una supplenza di lunga durata, si ricorre all’assunzione a tempo determinato di una candidata o un candidato che in quel momento non dispone ancora di tutti i requisiti da bando, ovvero della formazione disciplinare e dell’abilitazione pedagogica completa per la materia insegnata”. Di più. “Il numero, i nominativi e la ragione degli incarichi limitati attribuiti a docenti fuori concorso – prosegue la Sezione amministrativa – è comunicato annualmente in trasparenza dal Consiglio di Stato alla commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’ tramite la Sezione delle risorse umane”.
Nella sua replica, la Sezione amministrativa del Decs contestualizza anche le cifre citate da Caruso e Rainoldi. “Nelle scuole cantonali ticinesi, su oltre 4’800 docenti complessivi, nell’anno scolastico 2023/2024 erano incaricati a tempo determinato 512 docenti, corrispondenti a 243 unità a tempo pieno, distribuiti sui vari ordini scolastici (in particolare, scuole medie, scuole speciali e scuole professionali). Di questi, 44 erano persone con uno statuto di nomina e/o incarico regolare”. E rileva: “Allo scopo di consentire al maggior numero possibile di queste e altre persone che desiderano insegnare nelle scuole ticinesi di disporre al più presto di tutti i criteri necessari per poter essere nominati come docenti, il Cantone sta lavorando a stretto contatto con il Dipartimento formazione e apprendimento / Alta scuola pedagogica (Dfa/Asp) della Supsi e la Scuola universitaria federale per la formazione professionale affinché l’offerta di percorsi di abilitazione pedagogica risponda alle esigenze effettive del sistema educativo ticinese, garantendo rapidamente le possibilità di abilitazione laddove necessario”. Non da ultimo, rimarca il Decs, “le docenti e i docenti che dispongono di tutti i requisiti di idoneità previsti dalla legge e dal bando di concorso hanno la precedenza su candidate e candidati sprovvisti di tali requisiti. In presenza di candidati con requisiti di idoneità equivalenti, come prevede la legge, la conoscenza delle lingue nazionali, del territorio, della cultura e delle istituzioni del Cantone e della Confederazione è valutata quale titolo preferenziale per la nomina, in particolare dei docenti”.