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Cure a domicilio, ‘nuove disposizioni difficili da applicare’

Il Consiglio di Stato critica le modifiche proposte a livello federale: ‘Complicato fare i controlli, così si potrebbero favorire gli abusi’

Un servizio sempre più richiesto
(Ti-Press)
23 gennaio 2025
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Le nuove disposizioni speciali per chi si occupa della cura a domicilio di persone bisognose? Il progetto è senz’altro meritevole – afferma il Consiglio di Stato ticinese rispondendo alla consultazione federale avviata dal Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca – ma le nuove disposizioni che riguardano la legge sul lavoro sono “di difficile attuazione per le aziende (quelle che impiegano il personale attivo a domicilio, ndr) e di difficile verifica per le autorità cantonali preposte al controllo”. Con una conseguenza: “Ciò potrebbe ostacolare il rispetto delle norme e favorire gli abusi”.

A rendere necessaria la modifica dell’ordinanza – che riguarda solo i casi nei quali un’impresa di cure a domicilio impiega del personale nell’abitazione della persona assistita per garantire un’assistenza 24 ore su 24 – è stata una sentenza del Tribunale federale che stabilisce come questi casi non rientrano nell’eccezione al campo di applicazione aziendale previsto dall’articolo 2 cvp. 1 della Legge sul lavoro. In altre parole: in questi casi si applica la legge sul lavoro.

A essere ritenuti critici dal governo ticinese sono in particolare due punti, quelli che regolano la ripianificazione del servizio da parte delle imprese e il rispetto dei periodi di riposo per gli impiegati. “Qualora il lavoratore sia già intervenuto durante cinque notti a settimana, il datore di lavoro dovrebbe trovare un sostituto anche se erano già stati pianificati altri servizi basati sulla disponibilità”, fa notare il Consiglio di Stato. Questa procedura “risulta di difficile applicazione per quanto riguarda le tempistiche necessarie a ripianificare il servizio di disponibilità”.

Una problematica simile si ripete per quanto riguarda i periodi di riposo: “Nel caso non potesse essere raggiunto il periodo minimo di riposo di quattro ore consecutive, immaginiamo a causa di interventi durante la notte, ciò darebbe diritto all’operatore di beneficiare immediatamente di un periodo di riposo giornaliero”. Si chiede il governo, “chi si occuperebbe della persona che necessita di assistenza per il resto della giornata?”. La consultazione, che terminerà il 17 marzo, è stata inviata anche a partiti politici, associazioni mantello di comuni, città e regioni di montagna, associazioni mantello dell’economia e cerchie interessate.