laR+ Ticino

‘Supplenti trovati, attendiamo che confermino la disponibilità’

Individuati i due nomi per la carica di giudici supplenti al Tribunale penale cantonale. Gobbi: ‘Vogliamo sbloccare la situazione il prima possibile’

Il direttore del Di Norman Gobbi e il presidente del Tribunale d’appello Giovan Maria Tattarletti
20 gennaio 2025
|

Il nome dei due giudici supplenti – che prenderanno temporaneamente il posto dei destituiti Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti – ci sono, ma prima di svelare ufficialmente le carte si attende che confermino la loro disponibilità. È quanto emerge al termine della riunione della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ di questa mattina. Riunione che verteva giocoforza sulla situazione del Tribunale penale cantonale (Tpc), che, dopo la destituzione di Quadri e Verda Chiocchetti, e le dimissioni del presidente Mauro Ermani, si trova a lavorare con solo due giudici su cinque. «Attendiamo che le persone individuate confermino la propria disponibilità. Speriamo che la situazione si possa sbloccare il prima possibile per poter dare una mano al Tpc. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di trovare risposte rapide ed efficaci. Soluzioni straordinarie per una situazione straordinaria», afferma il direttore del Dipartimento istituzioni (Di) Norman Gobbi al termine dell’incontro con la ‘Giustizia e diritti’, dove è stato sentito insieme a Marco Villa, vicepresidente del Tribunale penale, e Giovan Maria Tattarletti, alla testa del Tribunale d’appello. È stato difficile individuare i due nomi? «Il fatto che le supplenze possono anche durare diverso tempo ha costituito un limite per alcuni. A questo si aggiunge il fatto di dover avere determinate capacità personali e non solo di carattere giuridico/tecnico. Non c’è margine per una sorta di ‘apprendistato’ come invece potrebbe essere nel caso della nomina di un giudice ordinario». La nomina dei supplenti straordinari, va ricordato, è di competenza del Consiglio di Stato.

«Da parte nostra abbiamo chiesto una maggiore flessibilità rispetto all’atteggiamento che la commissione ha avuto in passato, quando non vedeva di buon occhio il fatto che dei giudici supplenti straordinari poi presentassero la loro candidatura al momento dell’apertura del concorso per la nomina ordinaria». Precisa Gobbi: «Ci troviamo davvero in una situazione straordinaria con il Tpc che si trova con due giudici su cinque». Flessibilità che «abbiamo potuto riscontrare con la decisione della commissione di inserire nel bando di concorso una formulazione ben precisa. Ovvero che l’essere giudice supplente straordinario non è un ‘bonus’, ma neppure un ‘malus’, per il candidato». Altro punto toccato durante il faccia a faccia tra ‘Giustizia e diritti’, Dipartimento istituzioni e vertici di Tribunale d’appello e Tribunale penale cantonale: il profilo richiesto per i giudici supplenti straordinari. «Una delle necessità è quella di essere competenti in materia penale, dall’altra parte devono però anche poter essere subito operativi. Devono sapere gestire un’aula penale e un dibattimento». Insomma, «non solo un dossier cartaceo, ma una sala con accusa, difesa e tutte le persone coinvolte».

Dei processi diretti da Ermani, Quadri e Verda Chiocchetti ma con le sentenze non ancora motivate per iscritto ai giudici che ne sarà? «Su questo punto si è espresso il presidente del Tribunale d’appello, il giudice Tattarletti. Ha indicato che secondo la dottrina, ma pure la giurisprudenza del Tribunale federale, è ammissibile che a firmare le motivazioni sia un altro giudice. L’importante – continua il direttore del Di – è che vi sia stata la consegna del dispositivo di sentenza brevi manu firmato da chi l’ha pronunciato, quindi dal giudice che presiedeva la Corte rispettivamente dai cancellieri. Cosa che in questi procedimenti è stata fatta».

Leggi anche: