La commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ scrive al Consiglio di Stato. Dimissioni Ermani, l'Ufficio presidenziale ancora non ha deciso
Urgono rinforzi al Tribunale penale cantonale. In modo che possa far fronte al carico di lavoro, dopo essere rimasto con due giudici ordinari (il vicepresidente Marco Villa e Amos Pagnamenta) su cinque in seguito agli sviluppi del cosiddetto caos Tpc. Secondo la commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ sono necessari un paio di magistrati straordinari e in tal senso ha deciso, nella riunione di stamattina, di scrivere al Consiglio di Stato, che in questi casi è l’autorità di nomina.
Nella lettera la ‘Giustizia e diritti’ auspica quindi la designazione di due giudici appunto straordinari. «Chiediamo al Consiglio di Stato di individuare e fornirci al più presto i nomi dei giudici che intende designare, affinché come commissione possiamo esprimere, altrettanto celermente, il nostro preavviso», spiega, interpellato dalla ‘Regione’, il presidente della ‘Giustizia e diritti’, il deputato del Centro Fiorenzo Dadò. La duplice nomina compete al governo in virtù dell’articolo 24 della Log, la Legge sull’organizzazione giudiziaria: “In caso di vacanza di qualsiasi seggio giudiziario o di impedimento di carattere durevole, il Consiglio di Stato può designare un supplente a ricoprire l’ufficio fino alla sostituzione o alla cessazione dell’impedimento”.
Per la commissione parlamentare, il Consiglio di Stato dovrebbe designare non uno, bensì due magistrati straordinari. «Che secondo noi – riprende Dadò – dovrebbero restare in carica fino all’elezione di un giudice d’appello ordinario dopo le dimissioni di Mauro Ermani (il presidente del Tpc, ndr) e fino a quando si sbloccherà in via definitiva la situazione riguardante i due giudici del Tpc destituiti (Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, ndr), che come noto hanno impugnato la decisione presa a loro carico dal Consiglio della magistratura. Attendiamo ora il governo, ma è chiaro che bisogna procedere rapidamente per permettere al Tribunale penale cantonale di evadere i vari casi pendenti. Peraltro i due giudici straordinari che verranno designati non potranno comunque tenere da subito dei processi: dovranno dapprima esaminare gli incarti, alcuni anche complessi». Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo socialista e membro della commissione granconsiliare Ivo Durisch: «Mi aspetto una decisione tempestiva da parte della Divisione giustizia del Dipartimneto istituzioni e dunque da parte del governo».
Per la seconda vice-presidente della ‘Giustizia e diritti’ Cristina Maderni (Plr) «è fondamentale che il Tribunale penale torni velocemente a operare al meglio: ci sono persone che seppur non siano in carcerazione preventiva sono in attesa di dibattimenti e sentenze. Alludo non solo agli imputati, ma pure alle vittime di reati, agli accusatori privati». Le fa eco il collega di commissione e di partito Matteo Quadranti: «Di sicuro il tribunale deve essere rimesso nelle condizioni idonee perché la sua attività non venga pregiudicata. Anche per evitare, tra l’altro, il rischio della prescrizione di procedimenti penali pure importanti». Un rischio accresciuto, avverte il deputato e avvocato, per le inchieste e i processi concernenti i reati economico-finanziari: «Sono procedimenti di regola già complessi e lunghi, con non di rado un numero importante di accusatori privati».
Per quel che attiene alla posizione del giudice Ermani, l'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, capitanato dal leghista Michele Guerra, non si è ancora pronunciato. Il presidente del Tribunale penale cantonale ha comunicato martedì della scorsa settimana al parlamento, al quale spetta l’elezione delle toghe, le proprie dimissioni dalla magistratura per ragioni di salute, chiedendo che “possano esplicare i loro effetti nel più breve tempo possibile”. Stando alla Legge sull’organizzazione giudiziaria, “su domanda motivata del magistrato”, l’Ufficio presidenziale può ridurre il termine di disdetta previsto per i magistrati, cioè sei mesi, “se nessun interesse essenziale vi si oppone”. L’Up, come riferito, non si è ancora pronunciato. Forse, ma forse, lo farà domani.
Tuttavia per la successione di Ermani la commissione ‘Giustizia e diritti’ dovrà prima o poi pubblicare il concorso finalizzato alla nomina parlamentare di un giudice (ordinario). Preliminarmente dovrà verificare se qualche magistrato in carica al Tribunale d’appello abbia esercitato il diritto di opzione, chiedendo di passare al Tpc. Nella seduta di stamane la ‘Giustizia e diritti’ ha deciso di scrivere, oltre che al governo, al giudice Giovan Maria Tattarletti, presidente del Tribunale d’appello di cui il Tribunale penale è una sezione. «Chiediamo al Tribunale di farci sapere, appena possibile, se qualcuno dei giudici d’appello ha esercitato il diritto di opzione».
Non è tutto. Si è anche in attesa che la Commissione di ricorso sulla magistratura, davanti alla quale Quadri e Verda Chiocchetti hanno impugnato la sentenza del Consiglio della magistratura che li ha licenziati in tronco e senza stipendio, deliberi sull’effetto sospensivo. In caso di restituzione/conferimento di tale effetto ai ricorsi, i due verrebbero reintegrati nella carica. Provvisoriamente. Fino a quando la Commissione deciderà nel merito dei ricorsi.
La situazione del Tpc resta complessa.