Okkio segnala una situazione che crea confusione tra i consumatori, con diversi Comuni che non seguono l'indicazione del Dipartimento del territorio
La direttiva del Dipartimento del territorio di scegliere una “filiera ticinese” nel riciclo della plastica non fa breccia tra i Comuni ticinesi. Sono infatti ancora in diversi ad aver scelto negli ultimi mesi di passare al sistema Sammelsack che permette, a differenza della soluzione “nostrana”, di recuperare un numero maggiore di tipologie di plastiche. Tra questi: Brissago, Muralto, Mergoscia e Savosa. Bellinzona, invece, ha scelto di fare la strada opposta rinunciando al Sammelsack.
I consumatori ticinesi possono inoltre scegliere di utilizzare il sacco di raccolta della Migros. Insomma, «c’è una certa confusione» afferma Alessandro Lucchini, co-cordinatore di Okkio, l’osservatorio per la gestione ecosostenibile dei rifiuti. «Invece di andare verso una soluzione uniforme per tutto il cantone c’è la tendenza a una frammentazione dell’offerta. È un peccato, perché un solo processo permetterebbe sicuramente di rendere più efficiente l’intera procedura. Da un punto di vista del recupero di materiale, ma pure per quanto riguarda i costi». Passaggio da un sistema a un altro che può mettere in confusione la popolazione. Il ‘sacco ticinese’, che si appoggia sulla collaborazione della ditta Puricelli di Riva San Vitale, permette di riciclare solo le plastiche polipropilene (PP) e polietilene (PE). Il sistema Sammelsack, che sfrutta il sistema di recupero della ditta InnoRecycling e obbliga il trasporto oltre Gottardo del materiale da recuperare, permette invece di recuperare tutti i tipi di plastica. «È una bella differenza». Okkio non fa mistero di preferire la soluzione del Sammelsack che permette appunto di recuperare tutti i tipi di plastica con un trasporto oltre Gottardo «che nel complesso rimane comunque vantaggioso da un punto di vista di sostenibilità ecologica, come evidenziato anche dallo studio della ditta ticinese EcoControl Sa proprio sulla filiera del Sammelsack», spiega Lucchini. Una soluzione, come detto, che stanno scegliendo anche diversi altri Comuni ticinesi. «Nonostante l’indicazione del Dipartimento del territorio dica altro, ovvero di preferire la soluzione ticinese, le tonnellate di plastica raccolte in Ticino con il Sammelsack sono state 421 nei primi 11 mesi del 2024. L’anno precedente erano state in totale 238. Significa che l’interesse c’è e che il cittadino apprezza la semplicità del servizio: tutto in un solo sacco senza dispendiose separazioni. Sia chiaro – puntualizza il co-cordinatore di Okkio – noi non facciamo il tifo per un’azienda piuttosto che l’altra. Indichiamo semplicemente quella che riteniamo essere la soluzione migliore da un profilo di sostenibilità ecologica».
Anche il sacco di Migros, un’offerta proposta in tutta la Svizzera, permette di raccogliere tutti i tipi di plastica. Esattamente come il Sammelsack. «Ci risulta che in Ticino Migros si appoggi alla ditta Puricelli, che però a nostra conoscenza non sembrerebbe disporre ancora degli strumenti per valorizzare tutti i tipi di plastica. Che succede alle plastiche che non possono essere rivalorizzate? Vanno all’inceneritore? Sono trasportate oltrecantone o all’estero? La situazione non è chiara». Aggiunge Lucchini: «Quello prodotto in Ticino dal recupero della plastica, stando alle nostre informazioni, non è il granulato. Ma i ‘flakes’. È una differenza terminologica, ma pure di sostanza. Il granulato viene prodotto al termine di un processo termico-meccanico e può essere direttamente riutilizzato a differenza dei cosiddetti ‘flakes’, che non sono altro che plastica triturata. Un materiale – sostiene il co-cordinatore dell’Osservatorio per la gestione ecosostenibile dei rifiuti – che deve essere ancora trattato prima di essere usato per produrre nuovi prodotti e quindi trasportato probabilmente fuori dal cantone». La speranza di Okkio è quella «di arrivare a breve ad avere un sistema unico con le stesse condizioni commerciali a livello nazionale. Le dichiarazioni del Dipartimento del territorio per una soluzione ‘tutta ticinese’ ci sembrano più che altro uno slogan».
A occuparsi di questa questione era stata, lo scorso anno, anche la Commissione federale della concorrenza (Comco). Commissione che aveva bacchettato il Dt per aver dato ai Comuni l’indicazione di scegliere la “soluzione ticinese”. Secondo la Comco infatti le direttive del Dipartimento, così come formulate, rischiavano di indurre i Comuni a prendere decisioni discriminatorie, favorendo imprese di smaltimento con sede in Ticino a scapito di altre. Non rispettando così la Legge federale sul mercato interno che vieta di impedire o limitare alle imprese con sede in altri cantoni il libero accesso al mercato.